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Caro Trump, è stato solo un brutto sogno: torna a dormire… “Giustappunto!” di Vittorio Lussana

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di Vittorio Lussana #Giustappunto twitter@gaiaitaliacom #JoeBiden

 

Joe Biden è il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America. Un risultato poco contestabile dagli avvocati di Donald Trump, poiché pur essendosi verificato un ‘infortunio’ nel voto postale, che potrebbe comportare l’annullamento di circa 300 mila schede, il risultato non muta di una virgola. In pratica, ciò a cui fanno riferimento i legali del tycoon – le 300 mila schede elettorali non protocollate ‘in uscita’ dagli uffici postali – è relativo ad alcuni Stati in cui i due candidati hanno prevalso largamente sull’avversario (Joe Biden in California e Donald Trump nello Utah), mentre le schede restanti, da quanto apprendiamo da nostre fonti, andrebbero ‘spalmati’ almeno su altri 7 Stati americani. In buona sostanza, anche laddove venisse richiesto il riconteggio e le schede contestate dovessero essere sommate al monte complessivo di quelle scrutinate, alla fine poco o nulla muterebbe. In più, è veramente difficile riuscire a provare dei brogli che dovrebbero essere avvenuti tra Stati lontanissimi e diversissimi tra loro.

Donald Trump sta facendo, come al solito, molta ‘fuffa’ e poco arrosto, come suo solito. Anche perché, gli addetti postali che, da sempre, si occupano di queste procedure, quelle del voto per posta, chiariscono che questa cosa della ‘consegna non registrata’ è capitata anche in altre elezioni, in cui gli impiegati semplicemente ‘pospongono’ la cosiddetta ‘scannerizzazione’ delle schede. E’ una cosa, insomma, che accade in quel tipo di ‘tornate’ elettorali in cui si creano alcune situazioni difficili. E questa volta, con il Covid 19 in mezzo alle ‘scatole’, l’opzione del voto postale risulta ampiamente giustificata pur intasando i vari uffici postali. Insomma, se anche a un certo punto intervenisse un gudizio della Corte Suprema, dove Donald Trump può contare sull’appoggio di almeno 6 giudici su 9 dei componenti, difficilmente la questione comporterebbe il totale annullamento delle elezioni presidenziali 2020.

Quel che vorrebbe veramente Donald Trump sarebbe l’annullamento dell’intero voto postale, a dirla tutta. Ma anche in questo caso, si tornerebbe a un solo e unico risultato: quello relativo allo spoglio dei voti espressi dagli elettori recatisi ai seggi di persona. E al momento della sosta per il passaggio allo spoglio del voto postale – avvenuto nella notte tra il 3 e il 4 novembre scorso – Biden risultava già in lieve vantaggio, per via dei voti espressi in California e Arizona. Infine, se anche Trump puntasse all’invalidamento complessivo delle presidenziali, il ruolo di capo dello Stato verrebbe temporaneamente ricoperto dall’attuale presidente del Congresso: la democratica Nancy Pelosi.

Insomma, giratela come volete, ma fondamentalmente Donald Trump ha preso la ‘scoppola’. Si tratta di una sconfitta che, probabillmente, avrebbe già dovuto subire nel 2016, poiché ciò che affossò veramente Hillary Clinton 4 anni fa non fu, in realtà, il voto repubblicano, bensì l’astensionismo dell’elettorato democratico, soprattutto quello giovanile. Questa volta, invece, le cose sono andate esattamente al contrario: i giovani si sono recati al seggio di persona per votare Joe Biden, mentre l’elettorato più anziano ha preferito, per via del Covid, il voto postale.

Chiudiamo, infine, con un’annotazione circa un’inesattzza espressa da Diego Bianchi, qualche sera fa, a ‘Propaganda Live’, il programma della ‘sinistra gruppettara’ in onda su ‘La7’ tutti i venerdì sera, il quale si è detto poco favorevole alle procedure elettorali ‘via posta’, per una sua personale diffidenza circa l’effettiva destinazione del voto. Anzi, a un certo punto Zoro ha addirittura giudicato grottescamente l’intero sistema democratico statunitense, “basato sulla casella postale”, secondo lui. Una frase da ‘trumpista’ di ritorno. Ebbene, il voto per posta americano non viene mescolato, di certo, con il traffico ordinario di cartoline, lettere e bollette della luce, bensì si avvale di una propria rete distributiva autonoma. Una ‘macchina’ già sperimentata, tra l’altro, dato che negli Usa si vota per posta sin dal 1860, quando a causa della guerra di secessione di quegli anni, le truppe dell’esercito ‘nordista’ riuscirono ugualmente ad eleggere Abramo Lincoln, pur essendo impegnate sul fronte ‘sudista’ del Paese.

Se anche a sinistra ci mettiamo a gudicare gli altri come fanno, in genere, le destre ‘teo-con’, negazioniste e anti-vacciniste, non ne usciamo più. Anche perché, noi italiani i nostri problemi già li abbiamo e, non avendoli mai risolti, risulta inutile atteggiarsi a esperti di quelli degli altri. La faccenda, dunque, può chiudersi qui: ne riparliamo tra 4 anni e tanti saluti. Donald Trump non ci mancherà di certo; Melania, invece, un pochino sì. E non soltanto perché si tratta di una gran bella signora.

 

(7 novembre 2020)

©gaiaitalia.com 2020 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 




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