di Marco Biondi #PD twitter@gaiaitaliacom #iolapensocosì
Il tenero Zingaretti non sta guidando un Partito di sinistra, ma un poltronificio dedito alla conservazione.
Quando il piacione Zingaretti partecipa ad una coalizione di governo e si lascia condizionare da un Partito che ha un terzo dei parlamentari dei quali oltre la metà non sarebbe rieletta, dovrebbe spiegarci come mai non riesce ad imporsi per cancellare la vergogna delle leggi salviniane sulla sicurezza, per correggere gli errori del famigerato decreto “dignità”, che ingessa il mondo del lavoro, per revocare il costoso e inutile spot elettorale leghista di quota 100 o modificare le insulsità del reddito di cittadinanza (ebbene si, voglio anch’io fare il tutor, pagato per fare nulla), bandiere di una stagione di governo assolutamente fallimentare.
Senza dimenticare che lascia nelle mani della Lega la RAI che continua a proporci un TG2 vergognosamente tutto leghista avendo ottenuto in cambio solo quello poco seguito di RAI3.
Quando ci racconta che dobbiamo scegliere Emiliano, imposto dal Partito, per non perdere la Puglia, non si rende conto che la guida di una regione non è una medaglia, ma un impegno da onorare. E se Bonaccini ci ha fatto sentire orgogliosi del suo operato, io, di sinistra da sempre, mi vergogno per quello che Emiliano ha fatto in Puglia. Uno che invita grillini e neo fascisti a votarlo alle primarie del PD contro Renzi, non è di sinistra. E’ un imbarazzante opportunista! Uno che si schiera contro il Tap e partecipa alla propaganda populista su Ilva, non è di sinistra.
Non potete pretendere che vi crediamo, solo perché lui è iscritto al PD, e lo è solo perché Renzi è stato un signore e non ne ha chiesto l’espulsione, come sarebbe stato sacrosanto, quando si opponeva alle scelte del suo stesso partito. Senza dimenticare che si è sempre e solo parlato di nomi e mai di programmi, abitudine degna del vecchio pentapartito!
Infine, il reggente pro-tempore, sostiene di guidare un partito di sinistra, ma ha chiesto scusa per le leggi di sinistra promosse dal PD a guida Renzi. Che avesse, almeno una volta, ricordato quanto il suo partito aveva fatto in nome delle ambizioni riformiste del popolo della sinistra fin dai tempi di Berlinguer. Mai! Nemmeno per le unioni civili, la legge sul caporalato, il dopo di noi, quelle contro gli sprechi alimentari. Tante opportunità per rivendicare il ruolo di sinistra del suo partito, mai colte!
Se il PD vuole continuare a rappresentare il popolo riformista, si dia una scossa e abbandoni le titubanze del “bravo amministratore democristiano”.
(24 giugno 2020)
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