di Vittorio Lussana #Giustappunto twitter@gaiaitaliacom #Politica
La filosofia griderà sempre ai suoi nemici: “Empio non è colui che nega gli dei del volgo, ma colui che attribuisce agli dei i sentimenti del volgo”. Detto ancor più laicamente, dovremmo diffidare di tutti gli dei che non riconoscono come suprema divinità l’autocoscienza umana. E a coloro che cercano di speculare sulla difficile condizione italiana, assicuriamo che non cambieremo mai la misera sorte del nostro Paese con la sua servitù. Per dirla con Prometeo: “Molto meglio essere ligi a questa rupe ch’io stimo, che fedele messaggero di Giove”. Queste riflessioni possono risultare preziose nel frenare, almeno un poco, le polemiche di questi giorni sulla ‘Fase 2’, al fine di ricondurle in un alveo dialettico meno livoroso. Il livore, soprattutto in un momento delicato, serve a ben poco. E’ giusto che l’Italia riparta. Ma bisogna farlo fornendo ai cittadini un obiettivo – l’uscita dall’emergenza – e un sentiero che sappia essere, al contempo, prudente e percorribile. E l’unico modo per fare questo è responsabilizzare i cittadini, chiedendo loro, in futuro, un rispetto severo delle regole di distanziamento sociale e uno stretto controllo igienico finalizzato a prevenire nuovi focolai. In una guerra come quella contro il coronavirus, quando si deve passare alla controffensiva bisogna chiarire a tutti quanti qual è il vero “nemico oggetivo”, che ci ha condotti tra funeste difficoltà. E questo nemico, ‘stavolta, è molto facile da individuare: si chiama Covid 19. E’ lui il nemico, non la diversità di vedute tra di noi. Non gli odi, le polemiche o le “bastardate”. Anche noi riteniamo che il Governo Conte abbia commesso degli errori. Per esempio, ha dimenticato alcune categorie professionali come quelle degli artisti, degli attori, dei drammaturghi, dei musicisti e dei teatranti. Ovvero, proprio coloro che, più di altri, si sono prodigati, in questi mesi di quarantena, nel cercare di mantenere alto il morale del Paese, convincendolo a rispettare il duro regime di “autoreclusione” stabilito dallo stato di emergenza nazionale. Un’irriconoscenza che svela, in realtà, il peggior difetto della nostra attuale classe politica: non riuscire minimamente a liberarsi dai suoi conformismi piccolo borghesi. Il conformismo è un male assoluto in politica, a destra come a sinistra, poiché si rifà a forme di moralità omologative, ambigue, preconfezionate. Una politica realmente sincera, che non si prenda giuoco dei cittadini, dovrebbe sapersi affidare al suo popolo con fiducia e saggezza, evitando di immergerlo tra mille paure. E’ vero: si dovrà ripartire con cautela e gradualità. Ma lo si faccia sapendo indicare un percorso e le modalità per praticarlo. Questa immaturità dimostra pienamente un mondo politico totalmente schiavo dei sondaggi di opinione, incapace di rinunciare ai propri opportunismi. “Lancillotto è qui di botto” recita un vecchio ‘motto’ salace. Un’antica presa in giro nei confronti di chi, nella vita, s’innamora del primo avventuriero che appare al suo cospetto. Un ‘seme’ di origine medievale di quello che, in seguito, la psicanalisi ha definito: ‘complesso di Cenerentola’. Una forma di superficialità che ha storicamente reso l’Italia vittima dei suoi leader politici o dell’avventuriero del momento.
(1 maggio 2020)
©gaiaitalia.com 2020 – diritti riservati, riproduzione vietata