di CiCiErre #LaBustinadellaServa twitter@gaiaitaliacom #NoOdio
Sono sempre stata una profonda sostenitrice degli uomini. Una di quelle che, a spada tratta, era pronta a tirare fuori la costituzione e a dire che l’uguaglianza doveva essere rispettata veramente. Perché io che ero una docile praticante nelle aule di tribunale mi accorgevo che sì eravamo tutti uguali, ma le donne più uguali degli altri.
Pensavo che la strumentalizzazione del genere fosse la più grande condanna del genere umano. Lo penso ancora.
Sono stata influenzata dalla mia più grande fortuna, avere accanto uomini di valore, un padre eccezionale, amici straordinari.
Ho usato la mia più grande fortuna per sventolare verità personali, ma limitate in quanto soggettive. La soggettività induce alla menzogna poiché generalizza, e la generalizzazione dimostra l’essenza più intrinseca dell’ignoranza.
Rendersene conto è il regalo.
Il tempo che passa te lo insegna.
Comprendere che le donne che strumentalizzano il genere per tenere sul filo del rasoio generazioni di uomini troppi buoni, esistono. Ma che non sono le uniche.
L’audacia del rispetto, della parità come ruolo prima che di principio, è invece un’altra questione. Lascia da parte la generalizzazione, anzi, la travalica, riesce ad analizzarla, e a tirare le fila. Come gli uomini piccoli, esistono, al contempo, donne piccole. E poi ci sono le donne normali, che partecipano ad un’altra gara.
Ci sono due resistenze da festeggiare in Italia, una è il 25 aprile, l’altra è oggi.
Perché continuare e non mollare in questo gara, è una resistenza attiva, che non finisce mai. È resistenza da quando ti svegli la mattina e sai che dovrai correre un po’ di più, è resistenza alle 6 del mattino, per essere in ordine, preparata, madre, lavoratrice, moglie. Impeccabile. È resistenza quando sei sola, ed impari a bastarti. È resistenza in riunione tra giacche e cravatte. È resistenza, non farti plagiare dalle proposte che non attengono alla tua professionalità. È resistenza tutte le volte che un commento sul tuo completo arriva prima del resto. È resistenza attiva sempre, da quando ti svegli a quando torni a letto, un ciclo di resistenze che piano, piano, si ribellano alla prassi, riconoscono la vigliaccheria, si trasformano in scaltrezza abolendo l’ingenuità. È resistenza lavorare come un uomo, ma continuare ad essere donna. È resistenza rinunciare alla famiglia e non essere colpevolizzate. È resistenza voler continuare a lavorare e volere una famiglia.
Resistenza attiva.
Resistenza è un rossetto rosso e alcun dubbio circa la tua intelligenza, resistenza è essere fuori forma, fuori dal coro, senza dover essere giudicata.
Resistenza è i crampi una volta al mese nonostante la normalità.
Resistenza è una parola bellissima profuma di dignità.
Resistenza è partecipare ad una gara, a tutti costi, anche se truccata, e alla fine vincere.
Ed allora, buona Resistenza per tutte le volte in cui ci avete creduto.
Per tutte le volte che hanno abusato delle vostre ambizioni, senza capire che si trattava dei vostri sogni.
Per tutte le volte che hanno usato la vostra forza a giustificazione dell’indifferenza, senza considerare le vostre fragilità.
Per tutte le santissime volte, in cui avete fatto un passo in avanti, quando avreste voluto solo stare ferme:
avete fatto bene.
We can do it.
(8 marzo 2020)
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