di G.G. #Lopinione twitter@gaiaitaliacom #Politica
C’era una volta un politico che raccontava che non avrebbe mai messo “i bambini in mezzo alla politica” perché “I bimbi non si coinvolgono nella polemica politica“, come aveva risposto con sdegno ad un cronista politico perché se sei politico sei uno che insegna agli altri, non uno che sta attento a quello che dice o a ciò che fa.
Ma la frase “I bambini non si coinvolgono nella polemica politica” evidentemente ha già fatto il suo tempo, dal momento che sul palco della Lega con Salvini presente sono saliti bambini – degli altri – e che nel dibattito al Senato che ha dato il via all’autorizzazione a procedere e al giudizio – che non porterà a nulla – contro il politico de “I bambini non si coinvolgono nella polemica politica”, quel politico a tirato addirittura in ballo i suoi, di bambini, coi quali ritiene evidentemente di poter fare quello che vuole. Bisognerebbe sentire loro. ma non sono fatti nostri.
Del resto il politico del “Non parlo di figli e di minori che non fanno parte della politica” – divertente la lettura della questione che dell’attitudine dà Il Giornale – ha dimostrato in molte occasione che il suo faro è la famiglia. Fors’anche il farsene più di una. E nonostante il Papeete, che parrebbe raccontare altro. Parrebbe non avere lo stesso rispetto per le famiglie degli altri, come quella della quale è andato a suonare il campanello per bieco consenso elettorale, e le elezioni le ha perse lo stesso, accusando indirettamente il figlio di quella famiglia di essere uno spacciatore. Del resto i nostri figli sono pezzi di cuore, quelli degli altri, soprattutto se migranti, sono pezzi di altra roba.
Poi c’è la narrazione politica ed il fingere il sacrificio sull’altare di dio, patria e famiglia, quando non si ha la scelta di fare altro e c’è una maggioranza che ti voterà contro e tu, con un discorso indecente che mostra di che pasta sei fatto sul serio, tiri in ballo quei “bambini che non si coinvolgono nella polemica politica”. A meno che non sia strettissimamente necessario.
E noi di figli non ne abbiamo. Purtroppo. Se ne avessimo li tratteremmo con meno ipocrisia.
(13 febbraio 2020)
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