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I buchi neri e i disastri del populismo: dalla Lega a Quella Brava alla querela a Di Battista

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di G.G. #Lopinione twitter@torinonewsgaia #Politica

 

Da lì, proprio da quella città, dovevano partire tutte le riscosse: dalla Lega di Gipo Farassino, alla straordinaria ascesa di Chiara “Quella Brava” Appendino che succede all’amministrazione Fassino che le lascia un città virtuosa, con conti in ordine, delibere per i 12 mesi successivi, perché l’amministrazione seria fa così, lascia le cose a posto ai suoi successori. Lei naviga sulle acque come una Diva per dodici mesi, più o meno, poi deve cominciare a prendere decisioni.

E son cazzi. Cioè problemi. Non ne azzecca una. La sua amministrazione fa acqua da tutte le parti. Lei fa splash, e non è nemmeno una sirena a Manhattan… E’ solo una sindaca a Torino che deve far funzionare una città che grazie a lei si è fermata. Le succede di tutto, destino amaro, tra capo e collo due morti e più di 1500 feriti in una serata che doveva essere di festa mentre lei è a festeggiare la Juventus che perde in Inghilterra. Lei trova subito i colpevoli: gli ambulanti abusivi. Ma sotto processo ci va lei con alcuni dei suoi. Il suo sodale e compagno di disgrazie politiche tal Airola si inventa che la tragedia è stata più o meno inventata, poi il suo post sui social miracolosamente scompare. Lei, Quella Brava, poche ore la tragedia riesce a commentare che qualcosa non ha funzionato. Una perla indimenticabile. Poi aggiunge che sulla tragedia speculano in troppi. Quindi, bisogna pur distogliere l’attenzione, continua a parlare di “buchi di Fassino” e lui risponde con video che la prende a schiaffi. Viene sommersa dai fischi al Pala Alpitour. Lei che si vende come la paladina dei diritti propone un gemellaggio con la città più omofoba del mondo: San Pietroburgo. E’ un genio.

Torino langue ma lei è favolosa: vota sì come Sindaca di Torino e vota no al medesimo provvedimento, identico, come Sindaca Metropolitana di Torino; riesce a far saltare la mostra di Manet, vuole le Olimpiadi, ma anche no – è infatti Torino le perde; vuole le ATP FInals, chiede aiuto a mezzo mondo, anche a Di Maio, e poteva farne a meno, e riesce a perdere anche quelle, perché lei al posto di settanta milioni di euro di fidejussione ha offerto un luigino di balsa, è i mercati hanno un loro senso diciamo… Le capitano guai con esponenti a 5 Stelle che usano l’auto blu per andare a prendere la figlia a scuola, altri che chiedono di far togliere le multe agli amici, poi spunta un tal Pasquaretta. Insomma, a Quella Brava non gliene va bene una. Ora, siamo ad oggi, la giunta Appendino è più in bilico del governo centrale pentaleghista, meno credibile di quello di Virginia Raggi, più incapace di quello di Livorno e lei è sulla graticola. Insomma in casa Appendino fischia il vento e urla la scissione.

E si arriva alla sceneggiata della Tav perché lei è convintamente no Tav, poi però è donna di governo [sic] e allora fa un po’ sì e un po’ no la rivoluzionaria bocconiana – e fa parte di un partito che usa con disprezzo ilt ermine radical-chic che non sanno nemmeno cosa vuol dire – e prende la decisione di tutte le decisioni: tace. per lei parla quell’altro genio di Airola, anzi grida: se dovesse passare la Tav se ne andrà e si terrà il simbolo. E Torino con l’intero Piemonte  al seguito è percorsa da un brivido orgasmico, ma la discrezione della popolazione impedisce il manifestarlo.

Poi arriva la querela a Di Battista. Non la fa lei. No. Lei non può. Ci pensa l’Unione Industriale di Torino che non ne può più di parole, parolacce e calunnie lanciate al vento. Tra tre mesi ci saranno le Europee e non è escluso che non ci siano anche le politiche.

Lei rischia sempre più di saltare in aria con le sue poltroncine. I processi incombono e la città, come tutta l’Italia, è paralizzata.

Da altre parti, per ragioni similari, il Vate che l’ha inventata è costretto a muoversi sotto la tutela della Polizia perché quando prendi per il culo la povera gente promettendo miracoli e non li fai, poi la gente s’incazza. Ma non per finta come hai fatto tu per aizzarli. Quelli usano rabbia vera.

Sarà una carneficina politica. A farne le spese l’Italia, ma loro scompariranno. Alla fine toccherà pure ringraziarli per essersi tolti dai piedi. Lo faremo volentieri. Perché siamo gente educata e serena dentro.

 

 





(10 marzo 2019)

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