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Aggressioni e pestaggi neosquadristi ai tempi del Trio

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di Giovanna Di Rosa #Politica twitter@gaiaitaliacom #NoFascismo

 

 

I tempi del governo del Conte, del Truce [cit.] e del Trucetto sono tempi nei quali non ci si scapicolla a scusarsi per un’aggressione che manda in ospedale due giornalisti. Del resto i commenti del popolino sono i soliti: se “stavano a casa non li picchiavano” che è un po’ l’equivalente del “se non si metteva la minigonna non la violentavano” o del “io non sono omofobo è lui che è frxxxo”, o il mai troppo abusato “non son razzista, ma ci sono troppi negri”; il ministro dell’Interno pro-tempore è uomo che di istituzioni non sa nulla e quel nulla è confuso, delle quali gli interessa poco – nonostante ciò che vende – e che è esclusivamente, lo si evince dai suoi continui cambi di rotta in cerca della frase migliore per lo 0,1% in più al giorno (un genio, in questo senso ineguagliabile).

La condanna delle botte da orbi da parte di quella brava gente di Forza Nuova ai due giornalisti de l’Espresso che erano lì a testimoniate l’apologia di fascismo che costantemente si perpetra in questo paese e che, nonostante la Costituzione e le leggi, passa per lo più inosservata, le hanno prese di santa ragione. Tra i presunti picchiatori anche uno che lì non doveva starci avendo l’obbligo di dimora. E basta un’occhiata alla foto in alto per capire che qualcosa, di serio, va fatto.

Il ministro dell’Interno pro tempore del governo dei rimasti a letto si è dovuto scomodare a dire che chi commette reati va in galera, riuscendo a smentirsi anche lì perché alcune questioni leghiste dimostrano che chi commette reati in galera non ci va. Ma sorvoliamo. La condanna del ministro dell’Interno del governo di quelli che promettevano tutto e si sono rimangiati tutto ciò che hanno promesso, è arrivata. Lapidaria, perché i verbi si lasciano sbagliare al Trucetto: “Due giornalisti dell’Espresso aggrediti alla commemorazione di Acca Larentia? Il posto giusto per chi aggredisce è la galera”… E poi via a delirare su mille braccialetti elettronici che erano attesi “da tempo immemore” perché è notorio che un braccialetto elettronico risolve la delinquenza. Lo dicevano anche dei mafiosi in galera.

Poi via alla festa. Altri cinque miliardi volati via per salvare Carige – per carità, il governo ha fatto benissimo – che devono essergli costati il sangue a quelli del Trio dopo che per anni hanno gettato melma su chiunque intervenisse a favore della banche (perché non lo possono dire che in questo sistema, del quale anche loro sono parte, se fallisce una banca crolla tutto). Cinque miliardi, o fedeli dell’autarchia del declino pentaleghista, sono più soldi di quelli che hanno messo lì per il reddito di cittadinanza che doveva dare 780 euro al mese a 9 milioni di persone

Eh! Scurdatil

 





 

(8 gennaio 2019)

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