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La Bustina della Serva: quegli schiaffi internazionali che avvicinano pericolosamente l’Italia a Putin

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di Ci Ci Erre #Salvini twitter@gaiaitaliacom #Maiorca

 

 

È dello scorso 27 luglio la decisione del Consiglio Comunale di Maiorca di dichiarare persona non gradita sull’isola il Ministro Salvini.

La dichiarazione di personae non gratae costituisce la sanzione principe di diritto diplomatico conformemente all’art. 9 par. 1 Convenzione di Vienna del 1963 sulle relazioni consolari (CVDR) e può comportare il limite all’accesso al territorio dello Stato accreditante – in questo caso Maiorca – e l’inapplicabilità dei benefici e dei privilegi derivanti dalle funzioni diplomatica rivestita dal Ministro.

Nella prassi viene riconosciuto come il più efficace strumento di ritorsione di uno Stato avverso un altro e può comportare la rottura dei rapporti diplomatici.

Storicamente la sanzione ex art 9 CVDR viene utilizzata contro le gravi violazioni di diritto internazionale oggetto di norme generali aventi effetti erga omnes.

La schiaffo a livello internazionale viene aggravato dall’unanimità della decisione, che segna una rottura dei rapporti e l’incontrovertibile “sensazione” dell’isolamento dell’Italia dai rapporti con i paesi dell’Unione.

In concreto, il Ministro non godrà più dei benefici posti dal diritto consolare sulla scorta della più ampia tutela delle relazioni diplomatiche tra gli Stati. Non solo, ma potrà anche essere vietato al Ministro di recarsi sull’isola delle Baleari.

Secondo il consiglio maiorchino, infatti, il Ministro degli interni italiano è colpevole delle “terribili ed oltraggiose dichiarazioni politiche che distillano xenofobia molto grave e preoccupante e un evidente disprezzo per la dignità umana”. Avverso tale decisione, il Ministro non si è preoccupato di rivedere la sua impostazione ma anzi contro notizia ha twittato “che non gliene frega niente”, senza minimamente preoccuparsi dello scandalo prodotto sul piano del diritto internazionale e della preoccupante reazione che tale decisione potrebbe comportare.

L’arroganza Minister ormai conosciuta trae conferma dalla declinazione del Ministro che afferma che andrà in vacanza in Italia, senza preoccuparsi del veto posto dal Consiglio maiorchino nel più ampio tentativo di ristabilire la dignità quale presupposto di ogni logica politica.

Ma Salvini nella sua autorità austera professa una superiorità che polverizza in tanti atomi tra loro sconnessi ed incomunicanti gli istituti a garanzia dei rapporti diplomatici degli Stati, oltre che la dignità della persona. Ovviamente. Quella dignità umana, come ricordato dal consiglio maiorchino disprezzata dalle innumerevoli decisioni del Ministro di lasciare derelitte imbarcazioni con a bordo migranti richiedenti aiuto e che rischiano di generare un fenomeno xenofobo incapace di concedere aiuto.

Quella stessa dignità racchiusa in quel crocifisso così caro al Ministero Salvini, e che vorrebbe appendere in ogni dove, senza ricordarsi che l’iconografia del Cristo sofferente in croce (Christus patiens) è funzionale ad enfatizzare l’identificazione evangelica fra Cristo e ogni bisognoso. Ogni bisognoso.

Piero Calamandrei a proposito del crocifisso nelle aule giudiziarie scriveva “Non disdice all’austerità delle aule giudiziarie il Crocifisso: soltanto non vorrei che fosse collocato, come è, dietro le spalle dei giudici. Quasi si direbbe che sia stato lasciato lì, dietro le spalle dei giudici, apposta per impedire che lo vedano: e invece si vorrebbe che fosse collocato proprio in faccia a loro, ben visibile nella parete di fronte, perché lo considerassero con umiltà mentre giudicano, e non dimenticassero mai che incombe su di loro il terribile pericolo di condannare un innocente”.

Ferma restando l’illegittimità della proposta Minister violativa delle libertà costituzionali poste a tutela della laicità dello Stato e della libertà religiosa, ben si dovrebbe traslare quanto detto dal Calamandrei: e invece si vorrebbe che il crocifisso fosse collocato proprio in faccia al Ministro, perché lo consideri con umiltà mentre giudica, e non dimenticasse mai che incombe su di lui il terribile pericolo di condannare (a morte) un innocente (e assai più di uno).

 




 

(29 luglio 2018)

©gaiaitalia.com 2018 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 





 

 

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