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Per recuperare valori importanti come libertà e fiducia attraverso il riconoscimento reciproco è necessario conoscersi e dialogare, ma occorre soprattutto abbandonare vecchi pregiudizi e stereotipi e guardarsi negli occhi. Questa è la riflessione di Wole Soyinka, premio Nobel per la letteratura 1986, la guida perfetta per accompagnarci verso un incontro che deve avvenire, per la salvezza della nostra specie e per fronteggiare l’immane flusso migratorio a cui assistiamo spesso immobili.
Soyinka domani riceverà il Premio Internazionale Dialoghi sull’Uomo in quanto testimone con il proprio pensiero della centralità del dialogo per lo sviluppo delle relazioni umane: in tutta la sua opera ha raccontato come la vitalità e spiritualità africana potrebbero venirci in soccorso, nel contesto di un dialogo tra pari, per affrontare un presente sempre più complesso e spesso difficile.
Dopo la premiazione del 25 maggio in piazza del Duomo lo scrittore ha tenuto una conferenza con l’antropologo Marco Aime dal titolo La lezione dell’Africa: il dialogo necessario.
Rompere le regole: creatività e cambiamento è il tema della IX edizione del festival di antropologia del contemporaneo Pistoia – Dialoghi sull’uomo: tre giorni (dal 25 al 27 maggio) in cui intellettuali e studiosi di discipline diverse rifletteranno su cosa abbia fatto evolvere la civiltà umana e quanto sia importante rompere le regole per rinnovarsi.
Wole Soyinka, il primo africano a ricevere un premio Nobel per la letteratura, è il più grande drammaturgo africano, romanziere di fama mondiale, poeta e autore di saggi fondamentali sulla cultura e sul mito africani. Per Jaca Book è uscito il 24 maggio il suo volume L’uomo è morto? Smurare la libertà (192 pagine, 18.00 Euro).
(25 maggio 2018)
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