di Giancarlo Grassi #politica twitter@gaiaitaliacom #governo
Mentre prosegue il gioco tra i due leaderini vincitori entrambi delle elezioni, perché in questo paese le elezioni le vincono sempre tutti e l’unico modo per essere sicuri di averle vinte è perderle, Di Maio e Salvini non si incontrano a Verona, ma se le mandano a dire. Il leader della Lega che si sente dio lancia i suoi anatemi e il dio fatto ometto già steward del San Paolo, in onore alle origini, parla di forno che sono caldi e freddi, immagine che la dice lunga sulla sua formazione.
In realtà quando prometti di cambiare la storia del mondo e sai che ciò che stai dicendo è una colossale invenzione non ti resta nient’altro che disattendere le promesse e come fai se vai al governo? Non vorrai sbugiardarti da solo, no? Così non rimangono che le finte scaramucce, un po’ di teatro, qualche minaccia lì, qualche minaccia là, e poi si stacca la spina al primo potenziale alleato. tanto di alleati ce n’è sempre un’altro.
Dopo si continueranno i giochetti con il secondo possibile alleato: qualche apertura qui, ma poi si dirà sempre no, perché sennò tocca governare, e dopo posizionamenti e riposizionamenti toccherà ripiegare sullo staccare anche la seconda spina, perché accordi non se ne faranno. Soprattutto perché non ci sono accordi possibili, dato che accordi non se ne vogliono fare altrimenti tocca governare.
Si seguirà così la strada già seguita dall’odiato Berlusconi, quello che si odia e non si vuole nel governo, ma per le case editrici del quale si pubblicano libri che chiamarli libri è più un atto di incoscienza che di compassione, e si potrà gridare con indignazione che la Casta non ha voluto il cambiamento, che nessuno si è voluto alleare con il M5S e che quindi la colpa del fallimento e del ritorno alle urne – con questa orribile legge elettorale? Rosato ci illumini… – è di Salvini e del PD. E l’incultura fatta elettorato, figli di coloro che caddero nella trappola berlusconiana degli anni novanta e che ora cadono nella stessa trappola più perfezionata, darà ragione al dio fatto ometto sotto forma di steward del San Paolo che è assurto, per divine terga, all’invincibilità politica, sotto l’ombrello di uno che dopo sette condanne ha fondato il partito dell’onestà.
(17 aprile 2018)
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