di Giancarlo Grassi #politica twitter@gaiaitaliacom #Elezioni2018
Gianni Cuperlo le dice in un modo così convincente soltanto perché non ci crede nemmeno lui, questo è il punto. Ora, dopo mesi, anni diremmo, di guerre interstine per devastare il PD dall’interno e la sua classe dirigente, colpevoli di avere vinto la direzione del partito con democratiche primarie, toccherebbe ricordare il triste risultato di Cuperlo alle primarie, ma certi avvenimenti esigono compassionevole silenzio, si ricorda di essere uno che si è sempre spacciato come di sinistra.
Dunque tocca soffermarsi sulla nuova uscita di Gianni Cuperlo, moderna beghina “sposata” alla politica senza amarla sul serio, in perenne conflitto tra un laico profanarsi tra le braccia del piacere mondano ed il religioso silenzio imposto dal monoteistico dio del potere. Cuperlo l’intellettuale raffinato [sic] che scopre un nuovo nemico: “La Destra!”. Udite, udite!, signore e signori, Gianni Cuperlo del pensiero attorcigliato su sé stesso come l’invidia alle viscere di un astioso, ha scoperto che bisogna vincere le elezioni, non si sa mai gli tocchi di cercarsi un lavoro, e che il nemico non sta dentro il PD, non si chiama Renzi, ma è la Destra. Ed è la Destra che fa sconfitta.
Sublime e sopraffino pensiero politico, direte voi. Anche noi. Se a pronunciare l’infausta frase fosse Massimo D’Alema che invece, da uomo di destra, si guarda bene dal farlo preferendo far travestire Pietro Grasso da politico. Quest’ultimo ha da poco gelato Laura Boldrini dicendole che “sul M5S non decide lei”, garbata risposta che la dice lunga su come, al di là delle sigle politicamente corrette, quando un maschio deve marcare il territorio lo fa in modo da umiliare una donna. Anche se l’uomo è il leader (leader! Ma fateci il piacere…) di una forza politica declinata alla parità di genere.
Così che abbiamo, in un attimo, un rapido excursus, superficialissimo, sulla differenza tra cuò che si dice e ciò che si è costretti a fare. Dalle parti di Pietro Grasso di monta tutto un caso politico sulla parità di genere, con tutto quel twittare sulle “i” e sulle “e” finali del logo unico cosa certa di un programma inesistente del quale ancora non si sa nulla, e poi si risponde alla presidente della Camera dicendole, breve riassunto, di chiudere la bocca. Dalle parti di Gianni Cuperlo la consapevolezza post-confessionale che in tempi elettorali non si può continuare a fare la guerra al proprio partito dall’interno pubblicamente, mentre una volta al chiuso della cabina elettorale, essendo il voto segreto al contrario del bifrontismo, si potrà votare contro il PD – volendolo – dopo avere gridato a destra e a manca che il nemico è la destra.
Che è un po’ che Cuperlo e Grasso hanno fatto negli ultimi tempi salvo poi uscire dal PD, il Grasso, e rimanerci dentro, il Cuperlo. Mai visto un simile scimmiottare coerenza e praticare coltellate alla schiena.
(14 gennaio 2018)
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