di Daniele Santi #Populismi twitter@gaiaitaliacom #Politica
Eccoli i populisti anti-immigrati alla prova del voto. Il M5S e la Lega Nord di Matteo Salvini (o meglio, la Lega Nord dove comanda Berlusconi per via di vecchi accordi con Bossi mai messi in discussione) si son alleati al Parlamento Europeo per votare contro la riforma del trattato di Dublino che metterebbe fine al principio del paese di primo ingresso e permettere la ridistribuzione automatica dei rifugiati nell’UE.
Il M5S ha votato contro. La Lega, seconda protagonista dell’orrendo Asse Populista, si è astenuta. E ora la riforma è a rischio. Anche se non proprio del tutto. Votare a favore avrebbe significato perdere in patria – in Italia – il più importante e più forte elemento di propaganda fasciopopulista in vista delle elezioni del 2018 che sulla pelle dei poveracci (anche dei poveracci che credono a Di Maio e Salvini) si giocheranno.
Naturalmente, contando il M5S e la Lega a Bruxelles tanto come mia nonna nel consesso dell’ONU, la riforma è passata lo stesso, con 390 voti a favore, 175 contrari e 44 astensioni, ma il gioco si sposta ora sul terreno interno perché dopo il voto dell’Europarlamento, toccherà ai governi trovare il consenso sulla loro posizione negoziale, per poi avviare le trattative con i deputati. In Europa le cose sono bloccate da circa 18 mesi perché la Germania (ufficialmente, ma sulla lealtà di Merkel non scommetteremmo un capello, anche se siamo calvi) è posizionata sulla solidarietà chiesta anche dai paesi del Sud Europa, mentre i paesi del Nord dell’Unione pretendono “responsabilità” spalleggiati in questo dalle squallide finto-democrazie dei paesi dell’ex Patto di Varsavia che sotto la parola responsabilità nascondono odio e intolleranza verso i rifugiati.
Perché ci si dimentica in fretta di quando si veniva ammazzati a colpi di fucile per saltare una rete metallica e fuggire in Occidente.
Anche se la riforma potrebbe aiutare l’Italia il M5S e la Lega hanno pensato di fregarsene per convenienza elettorale e perché, in vista di elezioni imminenti, sparare sulla pelle dei rifugiati è la fucilata perfetta: porta voti e consenso, e sposta l’Italia sempre più a destra.
E gli altri sei mesi chiesto dai paesi dell’UE per arrivare ad un accordo sulla questione non aiuta chi vuole uscire dall’emergenza senza dimenticarsi che gli esseri umani vanno salvaguardati. Tutti.
(17 novembre 2017)
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