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L’Arte vista da Emilio Campanella: Giorgione e le Trame

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di Emilio Campanella, #Arte twitter@gaiaitaliacom

 

 

A Castelfranco Veneto, sino al 4 Marzo 2018, al Museo Casa Giorgione, la volenterosa mostra curata da Danila dal Pos: Le trame di Giorgione, nelle intenzioni, intorno all’importanza del tessuto, dell’abito, dell’eleganza come distinzione sociale per teste coronate, nobili, notabili, religiosi, e via via, anche borghesi. Negli spazi esigui del minuscolo ed accurato museo, è stato inserito, ritagliato, incastrato, un percorso espositivo che pur interessante, suscita non poche perplessità siccome non abbiamo capito, e se ne parlava il giorno dopo fra colleghi, alla conferenza stampa di un’altra istituzione, che cosa avesse inteso proporre la curatrice dell’esposizione di Castelfranco: una mostra d’arte? No, veramente no. Una mostra sulle arti applicate? Neppure. Una mostra sul tessuto? Neanche quello. Una mostra sull’importanza dell’abito, oppure sul costume e la sua importanza storico-sociale? Neppure quello si direbbe. Mostra ibrida… termine inflazionato, ma che si può applicare alla stranezza del caso presentato come determinante per stimolare visite turistiche che partano, per una volta, dalla terraferma.

Dal territorio, dunque, grazie alla conoscenza delle manifatture tessili antiche e moderne della zona, attraverso questa esposizione, e poi verso le città sedi degli enti prestatori di opere di vario tipo esposte, come Treviso, Padova e naturalmente Venezia. Questa meta ultima, attraverso un accordo di promozione specialmente dedicato ai visitatori di Castelfranco, permetterà l’accesso ai musei della città con un prezzo speciale nella speranza che questo complesso sistema possa funzionare e portare frotte di turisti- come se ne mancassero- calando dalla terraferma verso la Serenissima, mentre forse bisognerebbe, piuttosto, sensibilizzare chi intasa Venezia sulle meraviglie della terraferma, tante e preziose. Il problema è enorme e questa può essere una proposta di stimolo alla conoscenza.

Tornando all’esposizione bisogna dire che l’allestimento, pur accurato, mostra un po’ uno stile da bella vetrina del centro, con lucine studiate, ed anche qualcosa che ricorda certe installazioni d’arte contemporanea che rivisitano l’antico. In mezzo a tutto ciò, opere pittoriche , alcune di pregio, altre, ritratti decisamente imbarazzanti di volti sospetti, perché questo è il genere proposto, per ovvi motivi.

Pregevoli i tessuti esposti da importanti collezioni fiorentine (Balzano Piselli e Loretta e Lucia Caponi), dal Museo di Palazzo Mocenigo di Venezia, dal Museo del merletto di Burano; sontuosi paramenti sacri dalla collezione del Duomo di Santa Maria e San Liberale di Castelfranco.

Lo strano catalogo pubblicato da Duck Edizioni propone introduzioni, saggi, schede, ma curiosamente, non indica le date, neppure presunte, delle opere pittoriche esposte mentre specifica quelle dei tessuti: forse da questo si potrebbe intuire l’accento che avrebbe dovuto avere la manifestazione.

Non che manchino esempi di esposizioni anche recenti, su tema simile, e decisamente illuminanti per cura scientifica ed intelligenza.

 




 

(6 novembre 2017)

©gaiaitalia.com 2017 – diritti riservati, riproduzione vietata

 



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