di Filomena Filippetti, twitter@gaiaitaliacom
E’ un bel ragazzone, è fuori dubbio. Ed il suo tennis a volte sembra anche avere un senso, ma poi questo ragazzaccio ci ricasca – è un tipico vizietto italiano – quando le cose non vanno come devono andare va fuori di testa, si arrabbia ed insulta. Non sono insulti che non lasciano il segno, anzi: nel 2014 ad Amburgo si era rivolto signorilmente al su rivale, il serbo Krajinovic, e gli aveva dato dello “zingaro di merda”. Aveva perso l’incontro, per la cronaca. Inaccettabile perdere. Perché lui è Fognini. C’era poi stata una scaramuccia con un giudice, Mohamed Lahyani: “Se perdo questo game avrai dei problemi, ci vediamo fuori”.
E’ tennis o è un bar di periferia?
Fabio Fognini, bel ragazzone e punto, ha poi superato se stesso agli U.S. Open. Non li ha vinti, no. Si è fatto buttare fuori e potrebbe essere buttato fuori da tutti i tornei dello slam. Cos’ha fatto? Una cosetta da nulla: ha chiamato “troia” e “bocchinara” la giudice. Un signore. Stavolta gli è andata male. Fuori dagli US Open, una sanzione pari a 42.000 dollari, confisca dei punti e di 72.000 dollari in premi. L’hanno chiamata “condotta antisportiva”. Dai!
Fognini potrebbe poi anche essere escluso anche dagli altri tornei dello Slam, della questione si sta occupando la Procura federale della Federazione italiana tennis. Anche il CONI è furiosello: “Non si possono legittimare o tollerare certi episodi”, commenta il presidente Malagò. Cominciate ad isolare coloro che “certi episodi” li mettono in piedi, commentiamo noi.
Lui si è scusato. A modo suo…
Le scuse di @fabiofogna e le risposte degli appassionati di tennis… pic.twitter.com/wTVgxpAM8p
— maltempo (@EchelonVez) 31 agosto 2017
(5 settembre 2017)
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