di Giancarlo Grassi
Com’era inevitabile a seguito della vittoria di Donald Trump che si impossessa della Casa Bianca grazie allo spaventoso meccanismo elettorale a stelle e striscie, e nonostante il voto popolare abbia preferito Hillary Clinton, l’italico vecchiume che avanza spacciandosi per il nuovo, tuona le sue pare inevitabili ed ignobili porcate da ogni pulpito possibile. Dalle grida di Sgarbi al quale viene sempre offerto uno schermo televisivo in nome di un punto di share in più, per passare a quella che Salvini chiama “politica della Lega” che non ha la capacità nemmeno di governare una città (la Padova leghista non ha più una giunta), per arrivare al morto che cammina noto come Silvio Berlusconi, un tempo onnipotente ed ora alla canna del gas (e quasi alla fine di un’esistenza patetica, nonostante i presunti trionfi) che riesce a dire di sé: “Io non sono mai stato di destra”, vantandosi di avere radunato attorno a sé il meglio del riformismo. Con i risultati che tutti abbiamo sotto agli occhi. Impegnati con post e tweet, e a farsi foto per i vari social, o a mostrare le loro patetiche grazie su qualche sito di live chatting, dubitiamo che gli Italiani pronti a gridare incongruenze da bar come se sempre al bar fossero, se ne siano accorti e stiano dando il giusto peso alle parole di coloro che, ad ottant’anni suonati, continuano a spacciarsi per il nuovo. E’ il provincialottismo politico di questa ridicola colonia dell’Impero prono al potente di turno che serve a ridare slancio all’impresentabilità travestita da nuovismo. E c’è chi continua a cascarci. Disperante.
(12 novembre 2016)
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