di Il Capo
Gli Imperialisti di Sua Maestà britannica non rinunciano allla loro abitudine di fare i fatti proprio in casa d’altri, e pur di mantenere un piede in Europa, anche se dall’Europa se ne sono voluti andare, eccoli pronti a costruire un muro (sì, un muro, l’ennesimo muro d’Europa in cxxo a noi ingenui che abbiamo gioito della caduta di quello di Berlino) per impedire agli rifugiati di nascondersi nei Tir e gudagnarsi una vita indecenti nel Regno Unito. La futuribile [sic] opera, interamente finanziata dal denaro dei sudditi di Sua Maestà, correrà lungo un’autostrada a Calais, in prossimità dell’Eurotunnel, così da arginare chi vuole entrare.
L’Europa, insomma, continua a costruire muri. Contro di essi si infrangono tutte le idee di libertà dell’Europa, ma non serviranno certo a fermare la disperata necessità di mangiare, di vivere in pace una vita decente, di coloro che fuggono dalle guerre, dalle tirannie, dalle torture, dalle ingiustizie, dalla fame.
Timidamente, pare, l’Unione Europa sta cominciando – pur alle prese con i nuovi fascismi dei muri e dei separatismi – a comprendere che investire in Africa, creare lavoro in Africa, anziché sobillare e foraggiare (che sian sinonimi?) il dittatore o il regime di turno potrebbe servire alla pace in Africa, in Europa e anche nel mondo. Ora vedremo se al burocratese seguiranno fatti.
(7 settembre 2016)
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