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Brexit 01di Daniele Santi

 

 

 

 

 

 

 

 

Così che gli Inglesi e i “wet Welsh”, per dirla con il commento a caldo di un amico scozzese residente in Italia, hanno deciso per la Brexit e la Gran Bretagna se ne andrà dall’Europa per la gioia di Farage e dei suoi seguaci populisti che hanno commesso un omicidio di massa – l’ennesimo, gli Inglesi sono storicamente abituati ai massacri su larga scala per la costruzione di Imperi – fregandosene delle conseguenze. Che ci saranno. E serie. Questa volta tuttavia i sudditi di Sua Maestà hanno sbagliato i calcoli perché a rimanere in mutande (non sono un bello spettacolo gli Inglesi in mutande, come ben sa chi da quelle parti ha vissuto) saranno proprio loro. Intanto ciò che hanno ottenuto è devastare le borse mondiali e distruggere le quotazioni della sterlina. Ciò che otterranno sarà spostare il centro dell’economia europea – e quindi mondiale – su Parigi e Berlino (e speriamo che i nostri governi ne approfittino, in qualche modo, perché sarà anche vero che Roma a 5Stelle fa schifo, ma lo schifo non dura in eterno). Ciò che Cameron è riuscito a fare è rendere verità una battuta del film di Stephen Frears “My Beautiful Laundrette”, un magnifico film dell’86, dove uno dei protagonisti, appartenente ad una ricca famiglia d’affari pakistana, chiosa “A chi vuoi che possa importare di questa squallida isoletta europea”, dopo una serie di straordinarie battute di Margaret Tatcher. Ciò che la Brexit ha ottenuto è palesare che i governi guidati da incapaci combinano solo disastri: Cameron ha convocato il referendum sull’uscita della Gran Bretagna dall’UE per dimostrare ai suoi elettori di essere un grande Primo Ministro, ma non ci sono più i Mitterand di una volta. Il Primo Ministro conservatore che prima ha detto che non si sarebbe dimesso ed ora annuncia che si dimetterà ad ottobre, non ha fatto i conti con l’oscuro appeal che ogni folle esercita sulle folle, considerando il leader dell’ultradestra separatista Nigel Farage, grande amico di Beppe Grillo, poco più di un guitto da due soldi (insomma ciò che ha fatto il Pd con Beppe Grillo quando ha rifiutato la sua candidatura alle primarie dicendo “Si faccia il suo partito, se vuole”… Dei veri geni!) che un politico acuto. Cameron, che dovrebbe leggersi Saramago, non ha nemmeno pensato che la sua scelta scellerata porterà alla frantumazione del Regno Unito, con Irlanda del Nord e Scozia pronte a togliersi da lì per rientrare in Europa.

La Brexit insegnerà molte cose in futuro che ora non siamo in grado di vedere. Oer ora godiamoci lo straordinario paradosso contenuto nell’uscita dall’Unione Europea della Gran Bretagna: nonostante il “No” all’Europa, la presidenza di turno UE del secondo semestre 2016 sarà proprio ad appannaggio britannico. In pieno processo “leave”. Qualora i tecnocrati di Bruxelles vogliano fare qualcosa (sul serio, if they don’t mind), sappiano che bisogna cominciare da ieri, considerando che anche paesi come Danimarca, Olanda, Austria e Svezia (più qualche paese dell’est) potrebbero portare i loro cittadini alle urne per lo stesso motivo. Davvero un grande statista con senso del futuro il conservatore Cameron.

 

Un amico umbro commentava l’uscita del Regno Unito dall’UE, parlando della sua regione, dove “per fortuna” ci sono ancora campi da arare e coltivare ed aree dove far crescere galline e conigli.  Noi che siamo vegetariani abbiamo avuto un brivido, ma forse il nostro amico voleva dire qualcos’altro.

 

P.S. Aspettiamo insulti dalle funzionarie UE con i profili in inglese che di politica capiscono solo loro, in quanto funzionarie UE.

 

 

 

 

 

 

 

 

(24 giugno 2016)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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