di Il Capo
Nelle ultime settimane si è cristallizata la progressiva grillinizzazione de La 7. Dopo i mesi nei quali era onnipresente l’orrendo segretario della Lega le ultime settimane sono state un florilegio di esponenti pentastellati con l’informazione del direttore Mentana e la malcelata soddisfazione dello stesso nel presentare i sondaggi che danno il M5S vincente in ogni ballottaggio; una grillinizzazione così chiara da far temere anche per il nostro mito vivente Donna Gruber che amiamo quasi più della Carrà.
Battute a parte, mentre scrivo sto ascoltando i deliri di Alessandro Di Ballista che tra finta umiltà e sofismi da coltivatori di orti in riva al Tevere, cita Falcone perché gli serve per accusare Renzi di essere mafioso e riesce a citare “L’Arabia Saudita delle rinnovabili”. Un genio. E gli chiedono se sarebbe un buon ministro degli Esteri. A Otto e Mezzo, of course.
Nel corso della giornata avevo poi ascoltato a più riprese anche il prode Di Maio, che per giustificare la figuraccia del suo Movimento al referendum del 17 aprile accusava il Pd e le sue correnti dicendo che “gli elettori si sono accorti che il referendum era una battaglia interna al Pd e non sono andati a votare”. Abilissimo. Se fosse all’asilo infantile.
In chiusura di questa breve riflessione se penso che alla progressiva grillinizzazione de La 7 si aggiunge il tentativo di scalata al Corriere della Sera e ad RCS di Urbano Cairo non posso che sentire i brividi lungo la schiena, ma sono sicuramente i deliri di un cretino che è un po’ sconvolto dall’influenza primaverile. E dei quali vi chiedo scusa.
(18 aprile 2016)
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