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Ancora una sentenza favorevole ad una coppia omogenitoriale, qualcosa vorrà pur dire. Interessa?

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Giuseppina La Delfa e Famigliadi Daniele Santi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 5 aprile scorso la Corte d’Appello di Napoli, ha ordinato il pieno riconoscimento dell’adozione del figlio della partner per una coppia di donne italo-francesi il cui matrimonio è stato celebrato in Francia. Le due donne sono Giuseppina La Delfa, attivista d’acciaio fondatrice ed ex presidente di Famiglie Arcobaleno, e la moglie Raphaelle Hoedts.

 

L’adozione, scrive Gaypost.it (a proposito, proprio un bel giornale. Bravi!), era già stata riconosciuta dal tribunale di Lille, in Francia, ma al momento della richiesta di trasmissione al comune di residenza della coppia di donne, in provincia di Avellino, era arrivato il “Niet” dello zelante funzionario di turno, dato che i certificati di nascita dei due figli della coppia “riportavano la doppia maternità frutto dell’adozione l’una del figlio biologico dell’altra”. Lo zelante funzionario di turno, che deve per forza di cose seguire i regolamenti sennò che vita è, si scontrava con il fatto che in questo paesucolo di funzionari che pretendono di vivere come geni, l’adozione è possibile solo ad una coppia sposata, ergo trascrivere i certificati avrebbe significato riconoscere il matrimonio contratto dalle due donne. Questo nonostante la Corte d’Appello avesse riconosciuto le nozze di Giuseppina e Raphaelle un anno fa.

 

La sentenza del 5 aprile che riconosce l’adozione ha effetto immediato, se l’amministrazione locale (condannata al pagamento delle spese processuali) non farà ricorso in Cassazione.

 

La sentenza conferma una volta di più che nonostante lo spaventoso odio omofobo di certe destre, che nonostante l’altrettanta spaventosa tendenza tutta italiana di fare leggi per proibire e non per offrire possibilità ed inclusione, la mancanza di una legge a tutela dei figli delle persone omosessuali non esime lo Stato, questo moloch sempre più spesso insopportabilmente d’ostacolo alla felicità di tutti cittadini, dal riconoscere i diritti fondamentali che a ciascuno di loro spettano. Nonostante Alfano, Finocchiaro e tutti coloro che su questi figli speculano per ragioni politiche.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(7 aprile 2016)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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