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Dunque, per non perdere l’abitudine di dire cose impopolari e a proposito di banche…

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di Daniele Santi

 

Matteo Salvini 11

Vedere la Lega Nord apparire in tutte le televisioni possibili scagliandosi violentemente contro la politica per la questione del famoso “Salvabanche” dimenticandosi della bruttissima storia di Crediteuronord fa davvero rizzare i capelli in testa anche a chi non ce li ha.

 

Non conoscete la storia di Crediteuronord?

 

Ve la rammentiamo velocemente grazie a Wikipedia:

 

Nel 1998 venne sponsorizzata dallo stesso Umberto Bossi, che invitava con una lettera i vertici del movimento a sottoscrivere le quote. Il presidente era Francesco Arcucci allora nel consiglio di Banca Intesa, vice presidente il leghista Gian Maria Galimberti. Arcucci si autosospenderà, denunciando poi cosa non andava nella banca dopo le prime sentenze giudiziarie. Ispezionata da Bankitalia nel 2003, la banca rivelerà seri problemi gestionali, per cui verranno multati i vertici aziendali nel 2004 dall’allora ministro Giulio Tremonti. La documentazione relativa, però, non è mai stata trasmessa alle procure. Venne iniziata un’operazione di salvataggio da parte della Banca Popolare di Lodi di Fiorani, che però di lì a breve sarà anch’essa al centro di uno scandalo finanziario. Nel 2006 arrivano le prime sentenze giudiziarie contro Gian Maria Galimberti, Giancarlo Conti e Piero Franco Filippi, condannati a risarcire 3 milioni di euro, mentre lo stesso verdetto assolve i politici indagati.

Secondo Rosanna Sapori, ex consigliere comunale leghista e giornalista di Radio Padania Libera, in cambio del salvataggio del Credieuronord da parte di Gianpiero Fiorani, Silvio Berlusconi avrebbe ottenuto la proprietà legale del simbolo del Sole delle alpi.

 

Salvini è segretario di quello stesso partito che sponsorizzò una banca – la Credieuronord – fallita nel giro di quattro anni con perdite di milioni di euro per gli stessi investitori e risparmiatori che oggi, guarda caso, vuole valorosamente proteggere. La solita storia italiana che sfrutta le sofferenze e la morte altrui per riempire la pancia propria.

 

Le televisioni, tutte vergini e martiri, con giornalisti liberi dal peccato e da ogni turbamento, sciacalleggiano sulla storia da giorni, gridano all’assassinio, all’impunità dei potenti, al solito Renzi che è insieme taumaturgo e cancro, lo incolpano di ogni nefandezza (fino a ieri lo celebravano come un dio). Programmi di grande ascolto come La Zanzara si scagliano (è solo teatro, non pensano nulla di ciò che dicono, altro che eroi) contro gli stipendi dei parlamentari –  si è un po’ grillini e un po’ Salvini – ma si guardano bene dal dichiarare il loro di stipendio, i bravi conduttori, e cavalcano un populismo pericolosissimo per la nazione che è esasperata dalla crisi, dalla sua stessa avidità e che invece di leggere i contratti fino in fondo (le obbligazioni sono una roba seria e le emettono tutti, anche le aziende di famiglia dell’Unto del Signore), anche e soprattutto le parti scritte in piccolo prima di firmare, investono pensando di diventare ricchi. Vogliono il capitalismo? Se lo tengano, ma questi sono i rischi. Poi ci sono sempre i negher da incolpare, o i governi, o i terroristi, o l’amante della moglie, ma imparare a leggere ciò che si deve leggere, mai.

 

La morte è una cosa troppo seria per specularci sopra sentendosi autorizzati a farlo perché si è vivi. Non dura per molto. Ed anche l’onnipotenza finisce. O il suo delirio. Siam nati per finire. Peccato che non lo capisca nessuno.

 

Renzi parla di regole europee da rispettare, regole che ci sono, e l’Europa dice che le banche italiane non sono state chiare. Da qui a trasformare l’informazione in: “Renzi incolpa l’Europa, ma l’Europa dice che è colpa del Governo italiano” il passo è breve. E’ quello che si sta facendo. Ed è uno schifo. Scriverei la stessa cosa anche se la governo ci fosse Salvini, perché le menzogne mi fanno orrore.

 

Ora fermo restando l’orrido ennesimo disgustoso spettacolo al quale stiamo assistendo che gioca sulla scomparsa di un uomo disperato e sulle porcate provocate dal volere sempre di più come se del doman vi fosse certezza, auguriamoci – perché ce n’è davvero bisogno – che queste orrende gazzarre provocate da chi ha bisogno di ascolti, di voti, di visibilità, del “grido ergo sono”, di costruire e far esistere un mondo esclusivamente costruito ad uso e consumo del suo ego, cessino per lasciare il posto ad una maggiore ragionevolezza.

 

E’ vero che sta per arrivare il Natale e tutti si sentiranno più buoni [sic]…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(11 dicembre 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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