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“Attivi!” di Tito Gaudio, Il degrado di un paese specchio del degrado del Paese

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Tito Gaudio - Foto 00di Tito Gaudio

Nell’inaugurare la nuova rubrica “Attivi!” ho preferito concentrarmi non sulle vicende nazionali, che tutti conoscono e di cui tutti parlano, ma scrivere di quanto accade a livello locale, convinto che quello che avviene nelle nostre città e nei nostri paesi sia la riproposizione in scala più piccola di quanto accade a livello nazionale.

Cecchina, 10mila anime, frazione del Comune di Albano Laziale. Qui le persone, soprattutto quelle giovani, hanno solo due luoghi dove potersi incontrare, socializzare e creare relazioni e cultura: l’oratorio e la biblioteca pubblica. Ebbene, nell’agosto scorso ignoti criminali hanno devastato e saccheggiato la biblioteca. Dopo aver sfondato una porta, hanno rubato il materiale informatico contenuto nella biblioteca, oltre a molti DVD e libri. Non contenti, in segno di sfregio hanno lasciato scritte su tutti i muri e addirittura hanno urinato e defecato dappertutto. Subito dopo la denuncia fatta alla Stazione dei Carabinieri di Cecchina, la biblioteca è stata violata una seconda volta.

È scioccante e disgustoso un simile disprezzo per un luogo in cui si conservano e si diffondono la Cultura e la Conoscenza, un luogo molto usato dalle persone giovani di Cecchina per leggere, informarsi e studiare. Ingenti i danni economici per il Comune: è stato necessario ripulire tutto, ridipingere le pareti imbrattate, fornire la biblioteca di nuovi libri, DVD e materiale informatico; inoltre sono state installate nuove porte più sicure e messe grate di sicurezza alle finestre. Tutto questo a spese della collettività, con i soldi delle nostre tasse. A questo punto è auspicabile che i criminali responsabili del saccheggio vengano individuati e che siano condannati anche a restituire i soldi spesi dall’Ente pubblico (cioè da tutti i cittadini). Quel che è peggio è che, in seguito a ciò, la biblioteca è rimasta chiusa per quasi 3 mesi, togliendo alla cittadinanza un bene unico e indispensabile: la Cultura.

Stesso posto, altro degrado politico-culturale. La biblioteca si trova in una villa pubblica, Villa del Vescovo. A inizio novembre, entrandoci, sono rimasto meravigliato della enorme quantità di scritte naziste presenti sul luogo. Allora ho deciso di fare una foto per ogni frase o simbolo nazista presente nella zona. Ho così ottenuto ben 60 foto: 60 scritte ignobili che riempiono il paese, tra svastiche, croci celtiche, Dux mea lux e soprattutto tantissime scritte contro le persone nere (White power e Fuck niggers). Scritte enormi, visibili a decine di metri di distanza, che imbrattano i muri di edifici pubblici (e quindi di tutti e tutte noi). Ho pubblicato le 60 foto su Facebook e le ho diffuse tra vari politici e amministratori di Albano Laziale, tra cui il Sindaco e il Presidente del Consiglio comunale, chiedendo che le scritte naziste venissero cancellate. A più di due mesi dal 9 novembre, giorno dei fatti, le scritte naziste sono ancora tutte là.

Il terzo fatto di cui vorrei parlarvi non è avvenuto a Cecchina, ma nel ComuneTito Gaudio - Foto 01 confinante, Pomezia, ed è il più grave dei tre. All’inizio di gennaio ignoti hanno sparato 5 colpi di pistola verso l’entrata della sede dell’Associazione Quattro Torri. Anche se i Carabinieri di Pomezia stanno ancora indagando, la motivazione degli spari è evidentemente politica. Dico evidentemente perché questa sede ha ospitato, o ospita ancora, varie organizzazioni politiche-sociali-culturali: il Forum dell’acqua pubblica, l’Associazione ATTAC, il Gruppo dello Sportello Donne, la Rete Antirazzista e il Partito della Rifondazione Comunista. Inoltre la sede oggetto degli spari è anche un punto di raccolta di abiti e altri generi di prima necessità per le persone migranti ospitate nella città tramite l’operazione Mare Nostrum. Forse chi ha sparato lo ha fatto per intimidire le organizzazioni che si riuniscono in quella sede; o forse l’ha fatto per intimidire chi raccoglie abiti e altri generi di prima necessità per le persone migranti. Coincidenza terrificante, nei mesi precedenti agli spari, a Pomezia si sono susseguite varie manifestazioni contro le persone migranti ospitate nella città da Mare nostrum, organizzate e promosse dai partiti neofascisti (Forza Nuova, CasaPound e Destra Tricolore). Lasciamo a chi ci legge la malizia necessaria a collegare gli spari a queste manifestazioni di intolleranza razzista. Noi non l’abbiamo.

In ogni caso, è bene ricordare che l’odio contro determinate categorie di persone (migranti, rom, persone LGBT, disabili, membri di minoranze religiose, persone nere, ecc.) non può che portare alla violenza, alle aggressioni quando non agli omicidi. Ad una società meno sicura.

Che differenza c’è tra coloro che hanno saccheggiato la biblioteca e coloro che hanno saccheggiato la città di Roma? Tra chi ha devastato la biblioteca e la Villa e chi ha devastato la Terra dei fuochi? Tra coloro che rubano libri e DVD in una biblioteca incustodita (la biblioteca era chiusa per le vacanze estive) e coloro che sottraggono pezzi degli edifici incustoditi di Pompei?

Ancora, guardando con uno sguardo più internazionale, che differenza c’è tra chi ha urinato e defecato sui libri della biblioteca di Cecchina e i soldati che hanno bruciato i libri della Grande Moschea di Aleppo in Siria? Tra i messaggi d’odio contenuti nelle scritte naziste e i messaggi d’odio dei miliziani dell’ISIS? Tra gli spari alla sede dell’Associazione e i mafiosi che sparano per intimorire magistrati, giornalisti e politici?

Tutti questi fatti (locali, nazionali, internazionali) hanno una stessa identica matrice: l’odio per le altre persone, l’assenza di Cultura e senso civico, la crudeltà,  la mancanza di rispetto per le cose e le persone che ci circondano, una violenza che, invece di essere trattenuta, viene praticata e resa distruttiva. Dobbiamo prima ridurre il degrado politico-culturale che infesta il Paese per ridurre quello sociale ed economico e per farlo dobbiamo denunciare ogni strumentalizzazione di chi individuando il nemico da combattere nei migranti, nei rom o in altre categorie sensibili (le persone musulmane dopo i fatti di Parigi) non fa che alimentare l’odio, la violenza, la crudeltà. Diffondere e difendere la Cultura, in ogni sua forma, il senso civico, il rispetto verso tutti e tutte è un dovere, un impegno civile che dobbiamo alla nostra prole oltre che a noi stessi e a noi stesse.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(16 gennaio 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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