di Paolo M. Minciotti
Sono lenti, ma arrivano. Come le lumache. Rispetto a Sochi 2014, arrivano clamorosamente fuori tempo massimo, ma almeno la vicenda dell’orrenda discriminazione omofoba della ultime Olimpiadi invernali della Vergogna made in Putin è servita visto che il Comitato Olimpico Internazionale (Cio) ha inserito nel suo regolamento un articolo che recita così:
A country or a person on grounds of race, religion, politics, gender or otherwise is incompatible with belonging to the Olympic Movement
A ricordare alle future città che si candideranno per ospitare i Giochi Olimpici che nessun tipo di discriminazione o violazione dei Diritti Umani, violazioni che si basino su religione, razza, genere o orientamento sessuale non è compatibile con la Carta dei Giochi. La clausola è stata inserita nel contratto che il Cio stipula con le città che ospitano i giochi di volta in volta.Ci viene da chiederci cosa succederebbe se Milano o Roma o qualsiasi altra città italiana dovessero candidarsi, considerando l’alto tasso di discriminazione e disuguaglianze e l’assoluta mancanza di leggi che tutelino le persone omosessuali, ad esempio.
E’ comunque un passo avanti. Ora speriamo che non ne compiano sei indietro.
(26 settembre 2014)
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