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Il Manganello de La Karl du Pigné: di Facebook, Drag Queens & Fakes…

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La Karl Du Pigné 04di La Karl du Pigné  twitter@LaKarlDuPigne

Adesso ditemi voi se devo perdere un’intera mattina per scrivere e fare chiarezza, per quanto possibile, sul nuovo tormentone di Facebook. Come tutti sanno una parte degli account su Facebook (si calcola circa il 12% sul totale che pare ormai abbia sfondato quota un miliardo e trecento milioni di utenti, almeno queste le cifre che si trovano sul web) sono stati aperti con nomi che non corrispondono a quelli reali dei loro creatori. Non sto qui a sciorinare considerazioni del perché (particolare attenzione viene prestata anche dalle forze dell’ordine per controllare  pagine pericolose, ad esempio quelle aperte dai pedofili che, sotto mentite spoglie, agiscono per i loro turpi traffici).

Se il controllo può considerarsi legittimo, e aggiungo in casi particolari come quello sopra menzionato,se serve a verificare e controllare degli account in odore di generica illegalità o “sospetti”, molto più bizzarra è la richiesta da parte di Facebook a un gruppo ben definito, quelle delle drag queen, di variare i propri account e di utilizzare i propri nomi reali anziché i loro “nomi d’arte”. Un polverone mediatico si sta alzando, ed è destinato a non posarsi tanto facilmente  e velocemente.

Peraltro, questa la mia esperienza diretta, a tutti coloro che hanno aperto account con  nomi di fantasia o, come nel caso delle drag queen, con nomi d’arte, non è stato richiesto automaticamente di cambiare il nome dell’account, segno che il controllo di Facebook è random oppure che agisce su segnalazione.

Insomma Facebook  adesso obbligherebbe le drag queen che usano i loro nomi d’arte nel profilo Facebook a cambiarlo e utilizzare le loro reali identità. Ora, ferme restando le considerazioni di sicurezza e di controllo di cui sopra, a Facebook viene in mente di chiedere a Madonna di utilizzare il suo vero nome, Louise Veronica Ciccone? Qualcuno obbietterà a questo dicendo che Facebook ha Fan Pages  e pagine come Personaggio Pubblico oppure Artista e che quindi se uno vuole una soluzione la trova. Ma io mi chiedo, perché, se non vuole farlo? Se preferisce non dare in pasto a milioni di persone la propria identità reale, se non vuole apparire sulla pagina con il proprio  nome, se utilizza Facebook per creare una rete di amici che possono, incidentalmente ma non per forza essere anche fan?

Come spesso dico, dietro a un fatto se ne nasconde quasi sempre un altro. Dietro questa diciamo stramba necessità di trasparenza si cela forse una questione ben più importante per Facebook, che è quella commerciale, e la capacità del colosso di raccogliere dati sensibili? Io non so dare una risposta esauriente, non ho nemmeno  – a onor del vero – considerato i termini e le condizioni attraverso i quali Facebook ti permette di aprire un account. Ma, lasciatemi dire che se per le drag queen questo potrebbe esssere un problema risolvibile (  a patto che le drag queen vogliano farlo) cosa ci risponderebbe Facebook  per i  e le transessuali? Nel mio gruppo di amici ce ne sono di transessuali, eccome. Che cosa succederà con loro? La mia amica Marina  Lionheart (il nome è volutamente un fake,  spero anche che non esista un account uguale su Facebook!) che in realtà si chiama Spartaco Xxxxxx, perché mai dovrebbe utilizzare il suo nome originario, quello che non per sua scelta ma per motivi strettamente legati a leggi inappropriate  ha ancora sulla carta d’identità, per il suo account? Dopo anni di percorso, di terapie, di sedute psicologiche, di gruppi, di fatica per essere quella che si vuole essere davanti al mondo, tu Facebook mi chiedi di mettere il mio nome da uomo? Scusa, Facebook, dov’è il pulsante Non mi piace affatto?

Non so come andrà a finire questa storia, spero nel profondo del mio cuore che Facebook ci ripensi e che le drag queen, e non solo loro, possano continuare a d utilizzare Facebook con il nome che meglio credono, questo nel rispetto delle regole e senza creare danno a nessuno. E adesso vi racconto quello che invece è successo a me.

Ho aperto il mi profilo Facebook più o meno nel 2008, con il nome La Karl Du Pigné. Dopo qualche tempo, quando ormai avevo già circa 3.000 amici/contatti, Facebook mi ha bloccato l’account dicendomi che non potevo utilizzare un “fake” ma il mio nome vero.  Ho pensato che non era vero, che non stava succedendo: migliaia di foto in drag, altrettanti contatti con nomi che andavano da Eva Longoia a Gioia del Pesce, e a me rompevano le palle?

Contatto  il servizio che mi aveva  avvisato del blocco, mando una email spiegando che da più di trent’anni tutti mi conoscono con questo nome, addirittura amici e conoscenti mi chiamano La Karl e mi “apostrofano” al femminile, compresi i colleghi e le colleghe d’ufficio. Mi rispondono cortesemente dicendomi che non gliene può fregare di meno. Rispondo che non mi interessa  avere un profilo con il mio nome, chiedo il motivo del blocco, se è un controllo random o se sono stata segnalata (notare il femminile). Mi dicono che non è possibile rispondere alla domanda per una questione di privacy! Propendo ovviamente per la seconda ipotesi (il mondo delle drag è come quello reale, penso, pieno di stronzi e di troie).

Decido di non scendere a compromessi con Facebook e, con un’altra email, apro un secondo account. Stavolta un vero fake: Generosa di Schiena. Chiedo amicizie, ricostituisco il gruppo e, non ci crederete, questo account dura più a lungo del primo! Finchè (ne sono quasi certa) il solito stronzo o la solita troia mi segnalano di nuovo. O forse lo stesso Facebook che come un Big Brother controlla tutto e tutti. Alla fine della fiera ho optato per una soluzione accomodante: il mio nome reale, fra parentesi il mio nome d’arte. Detto questo continuo a pensare che Facebook dovrebbe ripensare i suoi parametri e permettere che ognuno/a usi il nome che meglio crede.

Non so come andrà a finire, ma trovo veramente triste pensare che non si tenga in nessun conto, in un social come Facebook, dell’esigenza delle drag queen, delle/dei transessuali e di tutte e tutti coloro che per motivi diversi, tutti leciti, non vogliono un account con il loro nome e cognome reale. Non lo dico solo io, provate a visitare questo link.

Questo gruppo, un’organizzazione di drag queen molto attiva nel sociale, ha aperto una petizione che trovate nella loro pagina, rivolta a Facebook, per permettere a tutte le drag queen di mantenere il loro nome sugli account Facebook. Io ho firmato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(15 settembre 2014)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©La Karl du Pigné 2014
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