di Giovanna Di Rosa
Il genio del grido e della comunicazione, il leader del partito che tutto contesta e nulla fa, il comico che chiama pregiudicati gli altri dimenticandosi di sé, il guitto che contesta gli emolumenti di Fabio Fazio dimenticandosi dei soldi presi in RAI quando era di moda – sempre soldi pubblici – l’urlatore che distruggeva i computer in scena ed ora ha creato un partito dentro un computer si è scoperto storico e ha parlato di “peste rossa”.
Si riferiva al PD, perché come insegna Berlusconi l’ossessione comunista paga, e creava l’ardita metafora cimentandosi con la rievocazione storica di un’epidemia di peste – una delle tante – e in particolare di quella che colpì l’Europa nel 1300 e distrusse quasi la metà della popolazione.
Era peste nera, la portavano i ratti… Ma quest’ultimo particolare gli è sfuggito.
Troppo impegnato a paragonare Genny a’carogna a Matteo Renzi, inebriato dall’odio sociale che istilla e che fa di Grillo un pericolo che nessuno sembra vedere.
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