di Giancarlo Grassi
Non avevano reddito primo di entrare in parlamento, poi arrivò Grillo e li fece scendere nell’agone, con uno stipendio sicuro, di moltissimo superiore a quello che percepivano prima. Vivevano d’aria, non avevano soldi, non potevano mangiare, erano dei derelitti, non stupisce che difendano il Vate a spada tratta. Li ha tolti dalla miseria.
Lui, il Vate, è un benefattore: è entrato in politica per altruismo, fa spettacoli per educare gli incolti – politicamente parlando – riscrive la storia e se la prende con gli ebrei citando Auschwitz a sproposito perché c’è bisogno di una sveglia e in un paese intorpidito bisogna usare parole forti. E’ Somma Guida e Maestro, ma non d’Italiano.
Non si può essere ferrati in tutto. Soprattutto quando si è così impegnati a gridare da non avere tempo per fare altro. Tipo, per partorire un’idea. Così può succedere che uno sgrammaticato Nuti, barba e mascella volitiva, dichiari di essere “nubile”, anziché celibe, potenza del Pentastelluto che può dove trent’anni di Movimento LGTB hanno fallito.
Che magari “nubile” è come si sente lui dentro e noi stiamo qui a prenderlo in giro. Siamo proprio una banda di insensibili maiali…
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