Emma Bonino, Ministro degli Esteri, ha avuto nei giorni scorsi parole molto dure contro la legge antigay approvata dall’Uganda dicendo che “La lotta alla pedofilia ed alla pedo-pornografia – ha detto Bonino – è in questo caso solo un alibi per approvare leggi omofobiche, punitive e contrarie alle numerose convenzioni internazionali che vietano la criminalizzazione in base all’orientamento sessuale, di cui l’Uganda è parte firmataria. Mi riferisco ad esempio alla Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici del 1966 ed alla Carta Africana dei Diritti dell’Uomo e dei Popoli del 1981. Mi auguro che il Presidente Museveni non promulghi una legge così particolarmente odiosa ed oscurantista…“.
Bonino non ha avuto lo stesso smalto nell’affrontare l’argomento omosessualità con i dirigenti dell’Iran nell’incontro avvenuto poco prima di Natale: è vero che in Iran l’omosessualità è illegale, ma le numerose impiccagioni di persone LGTB sono nascoste dietro false accuse di violenze sessuali su minori difficili da contestare.
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