Sui dati epidemiologici concernenti l’hiv e aids diffusi dal Corriere della sera e dal Sole 24ore.
Poco prima del 1° dicembre, giornata mondiale per la lotta all’Hiv\Aids, sui principali quotidiani italiani sono stati diffusi i dati epidemiologici nel nostro paese riguardanti il numero di nuove infezioni per hiv e quello dei morti per aids conclamato.
I dati venivano forniti in concomitanza con la presentazione di una indagine Doxa per conto del Cesvi (acronimo di Cooperazione e Sviluppo) un’organizzazione laica e indipendente che opera per la solidarietà mondiale secondo la quale 1 giovane (al maschile, l’uso sessista della lingua italiana è duro a morire) su 3 non considera l’aids un rischio reale.
I dati dell’indagine Doxa venivano presentati senza indicare la rappresentatività del campione (il numero delle persone intervistate, la diffusione geografica del campione, le caratteristiche demografiche, etc.) dati non forniti nemmeno nella sintesi pubblicata online sul sito dell’Organizzazione.
Tralasciando i dati di questa indagine, ai quali dedicheremo un articolo ad hoc, vogliamo approfondire i dati epidemiologici pubblicati dal Sole24 ore e dal Corriere della sera secondo i quali in Italia nel 2012 ci sarebbero state 1700 morti per aids.
Le nuove terapie farmacologiche antiretrovirali permettono alle persone sieropositive di tenere l’infezione sotto controllo e rallentare fino quasi a impedire la comparsa di sintomi dell’aids, se e solamente se, l’infezione è diagnosticata non troppo tempo dopo il momento del contagio.
1700 morti per aids implicano dunque un numero di persone sieropositive davvero cospicuo.
Il Corriere della sera riporta come fonte di questo dato l’Unaids (il programma delle Nazioni Unite contro l’AIDS) mentre il Sole24 li attribuisce apparentemente all’Istituto Superiore della Sanità che, in realtà, per il 2012 fornisce ben altre cifre (45 morti e non 1700, anche se il dato, come ricordato nel notiziario, non è stato confrontato con quelli Istat e dunque è sottostimato).
Secondo i due quotidiani in Italia al 2012 ci sarebbero, il condizionale è d’obbligo, 140mila persone sieropositive, mentre secondo i dati forniti dall’Istituto Superiore della Sanità sono quasi 57mila.
Insospettiti da numeri così contrastanti ci siamo rivolti all’Istituto Superiore della Sanità dove la Dr. Barbara Suligoi Direttrice del Centro Operativo AIDS Istituto Superiore di Sanità ci ha spiegato incongruenze, apparenti e reali, dei dati riportati dai due quotidiani.
Ringraziamo la Dr. Suligoi per la sua generosa disponibilità ricordando che l’autore dell’articolo è solamente Alessandro Paesano che ne rimane l’unico responsabile.
I 1700 morti di aids
E’ un dato stimato dall’Unaids che continua a pubblicarlo sul suo sito nonostante da anni l’ISS segnali la sovrastima di quel dato.
Il numero di persone decedute per aids conclamato si è attestato negli ultimi anni attorno ai 600-700 casi all’anno, come riportato nella tabella n° 7 del supplemento al Notiziario dell’ISS (Volume 26 – Numero 9 Supplemento 1 – 2013). I numeri inferiori riportati per gli anni 2011 e 2012 come già detto non sono stati confrontati con i dati Istat e dunque sono sottostimati.
Al 2012 in Italia il numero di nuove persone sieropositive segnalate al sistema di sorveglianza dell’ISS è 56.952 come riportato nella tabella n° 1 del nel Volume 26 – Numero 9 Supplemento 1 – 2013 del Notiziario dell’ISS.
Tuttavia, questi sono soltanto i casi che sono stati segnalati dalle regioni/provincie che hanno contribuito al sistema di sorveglianza e che fino al 2010 non aveva copertura nazionale. Pertanto, sono certamente inferiori ai casi effettivamente verificatisi nel nostro paese.
Qualche mese prima, in un numero precedente del Notiziario (Volume 26 – Numero 7-8 Luglio-Agosto 2013), sono stai forniti i dati di controllo risultati da un questionario rivolto a 170 dei 173 Centri clinici di malattie infettive regionali che hanno in cura persone sieropositive (alcune delle quali già con aids) che ha fornito una cifra complessiva di 94.146 persone.
Per questo motivo il numero delle persone sieropositive indicato dall’Unaids, tra le 110 e le 140 mila non è da considerarsi sovrastimato.
Sulla stime delle persone inconsapevoli dell’infezione, cioè HIV positive ma che non sono ancora state diagnosticate e che non conoscono il loro sierostato il notiziario dell’ISS riporta infatti i seguenti dati:
- la stima delle persone inconsapevoli dell’infezione da HIV può variare dal 13% al 40% (2-4), modificando notevolmente il numero finale delle persone viventi con l’infezione da HIV e con l’AIDS.
Considerando queste stime, infatti, il numero delle persone viventi con l’HIV e con l’AIDS in Italia potrebbe variare da 108.214 a 156.910.
Nel Notiziario dell’ISS sul numero totale di persone hiv positive e in aids si legge che
- delle 94.146 persone viventi con HIV
- il 70,1% sono maschi e l’84,3% sono di cittadinanza italiana
- il 3,2% ha meno di 24 anni
- il 63,5% ha un’età compresa tra i 25 e i 49 anni
- il 25,1% ha un’età compresa tra i 50 e i 59 anni e
- l’8,2% ha più di 60 anni
La modalità di trasmissione più frequente è quella eterosessuale (37,2%),
mentre i consumatori di sostanze per via iniettiva (IDU) sono il 28,5% e i maschi che fanno sesso con maschi (MSM) rappresentano il 27,7%.
Ben diversamente da quanto riportato da Corriere della sera e Sole 24ore i cui dati vanno rettificati secondo quelli dell’Istituto Superiore della sanità.
Per il momento dunque non si vede un trend in aumento tra i giovanissimi, e non c’è nessun aumento nella proporzione di donne sieropositve, anzi, dal 2001 vediamo una diminuzione della proporzione delle donne rispetto alle nuove diagnosi tra maschi (p. 5 del Notiziario COA con i dati HIV-AIDS).
Il nostro consiglio – ogni volta che leggete un dato sul numero di persone sieropositive in Italia – è di fare una visita al sito dell’Istituto superiore della Sanità e confrontare i dati riportati con quelli da loro pubblicati.
Sono gli unici dati certi, sicuri e autorevoli.
C’è anche un altro consiglio che non ci stancheremo mai di darvi.
Qualsiasi rapporto sessuale abbiate con partner occasionali, usate sempre il profilattico: vi protegge non solamente dal virus dell’Hiv ma da tutte le malattie sessualmente trasmissibili. Purtroppo anche un rapporto orale può esporvi al rischio di contagio…
Fate il sesso che volete, quante volte volete e con chi desiderate, ma fatelo sempre protetto.
Vogliatevi bene!
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