Un gruppo di giovani gay buttati fuori di casa per la loro omosessualità da famiglie etero e che vive all’aperto sotto a un ponte vivendo di piccoli espedienti (non avendo di che sostentarsi), preda delle angherie della polizia che li detesta, conformemente all’omofobia imperante in Giamaica, sono stati accusati genericamente di “furto” e di non specificati “assalti” con i media impegnati a sottolineare che si tratta di una “gay gang” invece di investigare seriamente le fonti.
Nel sottolineare la barbarie della comunicazione, che se si è delinquenti si è delinquenti gay o no, preme comunicare l’enfasi con cui i media locali si sono soffermati sull’arresto, sul descrivere gli otto come gay, senza nessuna prova, e l’accanimento sulla notizia trasformatasi da notizia di cronaca a mezzo di propaganda antiomosessuale.
Per giustizia ci aspettiamo che da domani la stampa giamaicana, che non brilla né per serietà, né per contenutistica faccia titolo del tipo “Uomo eterosessuale ammazza la moglie”, “Gang Eterosessuale ruba il portafoglio a una signora”, “Maturi eterosessuali prendono di mira giovani turiste”, ed eteroeccetera…
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