Una sentenza della corte della regione di Ryazan potrebbe ribaltare l’impianto della Legge contro la Propaganda omosessuale arrivando forse, ad invalidarla.
I fatti: nel 2009 una giovane manifestò davanti a una scuola con un cartello che diceva “Sono omosessuale e orgogliosa di esserlo”, venne immediatamente arrestata, incriminata per propaganda omosessuale nei confronti di minori, multata e condannata dallo stesso tribunale che ora, dopo appelli alla Corte Internazionale dei Diritti Umani e sentenze contrarie alla decisione del tribunale di Ryazan, dopo che l’ONU ha più volte definito arbitraria e discriminatoria la sentenza, è tornato sui suoi passi ed ha cancellato la condanna e le accuse alla giovane, che torna libera e senza precedenti penali.
Secondo Nikolai Alekseev, storico avvocato leader dei diritti umani delle persone LGTB in Russia, vessato, arrestato più volte, al quale la Polizia ha distrutto la casa durante una perquisizione non autorizzata un paio di settimane fa, ha dichiarato che la sentenza è “un durissimo colpo” per l’impianto della discriminatoria Legge contro la Propaganda omosessuale e che i tribunali russi cominciano ad allinearsi alle decisioni internazionali sui diritti delle persone LGTBI.
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