Il 22 luglio prossimo sarà in discussione alla Camera la legge Scalfarotto sull’omofobia e la transfobia che prevede l’estensione della legge Mancino anche ai crimini omofobici e transfobici e che costituirebbe un nuovo ingresso dell’Italia nei paesi civili che l’UE auspica tra i suoi membri.
Sulla legge, sul PD che la vorrebbe affossare alleandosi con Brunetta, ne sono state dette nei giorni scorsi, di tutti i colori, con informazioni poco chiare dai social networks, ma anche poca informazione reale sull’impianto della legge.
Abbiamo chiesto a Sergio Lo Giudice, senatore PD, peraltro primo firmatario di un’altra importante proposta di legge chiamata “Norme contro la discriminazione matrimoniale”, di spiegarci, a noi e ai nostri lettori, come stanno andando le cose, cosa potrebbe succedere il 22 luglio e in cosa consisterebbe la nuova legge.
L’intervista
Dal 22 luglio sarà in discussione la legge sull’omofobia, è così o l’informazione è sbagliata?
Il 22 luglio è già stata fissata la discussione alla Camera della proposta di legge contro l’omofobia e la transfobia. Si potrebbe arrivare al voto già nella stessa giornata. In questo caso il testo passerebbe poi al Senato perché venga discussa ed approvata definitivamente
Può riassumerci in poche parole l’impianto della proposta di legge, in modo che anche chi non è avvezzo ai termini della politica possa capire?
La proposta vuole estendere anche ai fatti di violenza, odio, discriminazione motivati da orientamento sessuale e identità di genere le protezioni già previste dalla legge Mancino per altri reati d’odio fondati su motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o conto minoranze linguistiche.
Corrisponde al vero l’informazione secondo la quale ci sarebbe già stata una proposta al ribasso da parte dell’On.Brunetta, al quale il PD non si è opposto? Se sì in cosa consisterebbe questo “ribasso”?
Brunetta ha presentato una sua proposta di legge, che si affianca a quella che ha come primo firmatario Ivan Scalfarotto (PD, nella foto) e sottoscritta da 220 deputati e a una terza presentata dal deputato Pd Fiano. La proposta di Brunetta non tocca la legge Mancino, ma si limita ad inserire nel codice penale un’aggravante per le discriminazioni vietate dal Trattato costituzionale europeo, fra cui quella per orientamento sessuale ( lasciando peraltro fuori l’identità di genere).A partire dai tre progetti di legge depositati, i due relatori designati dalla Commissione Giustizia della Camera ( lo stesso Scalfarotto e il PDL Leone) hanno messo giù una bozza di testo base che nei prossimi giorni dovrà essere emendato e poi presentato in aula per il voto. Quel testo non ha niente a che fare con la proposta di Brunetta ma contiene, anche se in una nuova forma più sintetica rispetto alla proposta Scalfarotto, l’estensione integrale della legge Mancino ad orientamento sessuale e identità di genere.
E quali miglioramenti Lei ed il suo gruppo parlamentare proponete?
Alcuni giuristi hanno fatto notare che la formulazione attuale del testo base presenta delle ambiguità e potrebbe estendere così solo alcune protezioni della Mancino e non altre. Lo stesso Scalfarotto sta lavorando in questi giorni a chiarire i rischi di un’incertezza interpretativa nel rispetto dell’obiettivo: l’estensione della legge alle persone Lgbt dovrà essere integrale,
Si potrà questa volta portare a casa la legge, ci riferiamo all’ampliamento della legge Mancino all’omofobia, magari attraverso una maggioranza trasversale?
Per la prima volta sono fiducioso: c’è una maggioranza molto ampia alla Camera su queste estensione. Conto che quando la discussione si sposterà in Senato si possa avere una solida maggioranza anche lì.
Vede ulteriori possibili opposizioni della Chiesa più reazionaria e della Destra clericale all’orizzonte?
Sicuramente nei prossimi giorni e nelle prossime settimane ne vedremo delle belle, ma stavolta credo che ci sia la consapevolezza diffusa che non si possa rimandare oltre l’approvazione di una legge presente in quasi tutti i paesi europei.
Lei è autore di una intelligentissima proposta di legge che estende il matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso, vede possibile la sua approvazione con questo parlamento?
La Commissione Giustizia del Senato ha già iniziato la discussione sul disegno di legge n.15 “Norme contro la discriminazione matrimoniale” e su altre proposte presentate sullo stesso tema. Già è stato stato raggiunto un obiettivo politico significativi: entrambi i relatori ( Pd e Pdl) hanno concordato che dopo la sentenza 138/2012 della Corte Costituzionale non esiste nessun impedimento costituzionale all’estensione del matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso. Chiarito questo equivoco (alimentato nei mesi scorsi da esponenti politici di ogni parte) oggi è chiaro che il Parlamento deve , per rispondere alla richiesta della Corte, riconoscere le coppie gay e lesbiche con una legge e che è nella sua libera scelta se farlo attraverso un nuovo istituto giuridico o estendendo il matrimonio civile. La mia proposta va in questa seconda direzione.
Per la sua approvazione vedo oggi soprattutto due ostacoli: la questione del nome, visto che in molti sono favorevoli alla piena estensione dei diritti a patto che non si usi il termine matrimonio, e la questione dell’adozione. Su questo ultimo punto va fatta una distinzione molto netta: un conto sono le adozioni di bambini abbandonati, su cui le perplessità sono purtroppo molto diffuse, altro è la richiesta di riconoscere la responsabilità genitoriale del genitore non biologico dei figli di coppie omosessuali. Questo secondo punto non è più rinviabile: il diritto di un bambino al riconoscimento del legame con i propri genitori è al centro della nostra battaglia ed è un punto su cui non potranno esserci cedimenti.
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