Il primo Ministro di colore della storia d’Italia, per di più donna, in un paese dove il colore della pelle vuole dire cose troppo spesso sgradevoli, è la congolese residente a Modena Cécile Kyenge (la Lega è furiosa), è un medico: basterebbe questo per far gridare ala rivoluzione. Un’atra donna agli Esteri, nella tradizione delle migliori democrazie occidentali, per di più una delle più stimate, Emma Bonino. Anche questo non è un cambio di poco conto. Poi arrivano gli ex DC, una valanga. Quasi tutti i ministri targati PD o Pdl sono ex democristiani: non è fantastico?
Governi tecnici, elezioni, sessanta giorni di purgatorio poi, di colpo, il miracolo, torna la DC. E come la vecchia DC che si rispetti ha in serbo sorprese, offre coupe de theatre, mette in quella casella colei che non ti aspettava, in quell’altra pure, più alcune prevedibili scelte, ma nessuno è perfetto. Domenica alle 11.30 il Governo giura, poi dovrà passare per le forche caudine del voto a Montecitorio.
Ci aspettano alcuni giorni di grida di Grillo, bestialità della Lombardi e silenzi di Crimi (e cosa volete che faccia?), di strali della Lega contro il MInistro Kyenge che non è Italiana, contro la Bonino che è una pericolosa terrorista, e poi via alle danze. Con buona pace dei votanti.
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