Nonostante le minacce, l’invio di polvere da sparo al presidente dell’assemblea del Partito Socialista Francese, con sottintese minacce di morte nemmeno così sottintese, le manifestazioni degli integralisti cattolici, le minacce “avete voluto la guerra, ora ce l’avete” e i pestaggi omofobi (+30% in sei mesi, altre fonti dicono in tre mesi, altre ancora +42% dal 2009), oggi la Francia voterà il “sì” definitivo al marriage pour tous, la riforma istituzionale più importante dagli anni ’80.
Il quotidiano Liberation titola “Il grande giorno del sì” (Le Grand jour du oui) sottolineando la dura lotta dei fautori della legge tra opposizioni, minacce e insulti dei bravi cristiani che hanno messo sottosopra Parigi, gli attacchi omofobi che hanno distrutto la vita di giovani gay e che ci si aspettano circa 241mila matrimoni tra persone dello stesso sesso all’anno, anche se il PACS (voluto da Jospin nel 1999) non ha avuto il successo sperato.
Che la festa, ché di festa si tratta e non di guerra, cominci.