Email firmata giunta alla nostra redazione
Siete abbastanza provocatori e coraggiosi da pubblicare questa mia email che vuole dare voce a un disagio. Ho 52 anni, sono un bell’uomo, colto, economicamente indipendente, ho girato il mondo, ho avuto alcune relazioni, sono di ritorno da un lungo soggiorno all’estero durato alcuni anni.
Irrimediabilmente le amicizie se ne vanno quando sei lontano, rimangono i due amici di una vita. Così tenti di ricostruirti una rete di relazioni, ma giungi in Italia e scopri che sei vecchio.
Nei locali passi inosservato, nelle chat line quando dici che hai 52 anni diventi invisibile, cosa che non succede se dici che il tuo sesso misura 20cm, il dialogo fluisce con poche persone, fino a quando non conoscono la tua età, i tuoi “non cerco sesso, cerco amicizie” non sono ben considerati, sono impauriti dal fatto che tu possa diventare un peso; molti altri nemmeno ti salutano, scrivono “come sei”, “età”, ma i loro sono gli ordini di piccoli kapò schiavi del loro nazismo estetico e del loro priapismo cerebrale.
Cambiano le cose quando dico di cosa mi occupo, cosa che non dirò qui, allora è tutto uno sproloquiare di “oh che bello”, “ma dai”. Pier Vittorio Tondelli ha già abbondantemente analizzato la questione in un suo interessante libro, si chiama “Camere Separate”, molti gay dicono di averlo letto. Dubito che l’abbiano capito. Perché vi scrivo? Perché sì. Perché desidero che pubblichiate ciò che penso. Che parliate di quanto superficiale e insignificante è tutto questo scannarsi attorno a un ideale estetico che esclude tutto ciò che non gli corrisponde e che porta solo all’infelicità di tutti.
Poi ci sarebbero anche altre parole come schifo, solitudine, rabbia. Fortunatamente con questi sentimenti faremo i conti tutti.
(30 marzo 2013)
©gaiaitalia.com 2023 – diritti riservati, riproduzione vietata