Cambiano gli uomini, gli anelli, i metalli, le parole, i significati e i significanti, cambiano i gesti, la propaganda, ma gli usi e i costumi no, non cambiano mai.
La Teocrazia di Roma e i suoi sudditi, preda dell’orgasmo infinito provocato dall’elezione del loro nuovo Capo, ricevono senza proferir verbo la notizia dell’arrivo a Roma per le festivities del dittatore Robert Mugabe, inviso a mezzo mondo, che non può viaggiare in Europa, ma in Vaticano sì, perché può muoversi per “motivi religiosi”.
Dopo la foto del papa polacco con Pinochet, la benedizione del pastore tedesco alla politica ugandese che vuole la pena di morte per i gay, la grande compassione della Teocrazia di Roma, che cambia il pelo, ma non il vizio, si manifesta ancora una volta.
Venite adoremus…