Eccoci arrivati al 29 Agosto, data di apertura della 69a edizione della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia. Ancora ieri pomeriggio, si potevano vedere, per le strade del Lido, assembramenti di leoni sfaccendati. Già questa mattina, i medesimi leoni sempre più ossidati erano saliti sui loro praticabili rossi.
Gradualmente, da qualche giorno, i tacchi delle signore che passeggiano in centro, avevano iniziato ad alzarsi, sino alle altezze vertiginose di oggi! Io, per parte mia ho iniziato a sedermi nella penombra delle sale per seguire le pellicole scelte dal nuovo direttore, Alberto Barbera, felicemente ritornato, dopo l’interruzione del mandato, che ben ricordiamo, di alcuni anni or sono.
Il primo film visionato, appartenente alla sezione ORIZZONTI è: TANGO LIBRE del belga Frédéric Fonteyne. In poche parole si può parlare di mélo carcerario, ma anche un triangolo amoroso che diventa quadrilatero, oppure un film attento e coraggioso, che gioca sul bordo del kitsch, senza caderci dentro, anche però, una pellicola in cui la danza come riscatto per la propria autostima risulta vincente.
Ben diretto, montato benissimo, e con preziosità di montaggio alternato che raffrontano il tango danzato dai carcerati, molto butch, con danzatori notevolissimi e coreografie molto belle, e quelle un po’ stucchevoli della scuola di danza frequentata da due dei protagonisti. Certo siamo ormai abituati a persone vere: carcerati e guardie carcerarie reali (siamo in attesa del lavoro di Marra), e questi attori pur bravi e credibili ci fanno ormai un effetto strano, comunque il film è molto attento al dato umano ed alla solitudine profonda di tutti i protagonisti, interpretati da Sergi Lopez, Dominique Damiens, Jan Hommenecker, Anne Paulicevich.
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