di Giovanna Di Rosa
Coda di cavallo simil-Le-Pen dei momenti solenni, vestitino dimesso [sic] con giacca ti taglio simil-maschile delle grandi occasioni, sguardo serioso, tono e piglio presidenziale, Meloni d’Italia che parla di “Momento difficile” e del “Faremo del nostro meglio” con un plurale majestatis un tempo riservato ai papi, si è già dimenticata del suo famoso non sono “La catastrofe che alcuni stanno raccontando” di qualche giorno fa approdando al “momento difficile” che fa tanto protagonista.
Stiamo parlando, o meglio lei ha parlato, della missione in terra trumpiana che vedrà Giorgia Meloni alle prese con Donald Trump per un colloquio che andrà molto oltre i dazi, molto oltre ciò che forse Meloni stessa può immaginare, insomma andrà molto oltre in generale e Meloni, che è politicamente discutibile sotto molti aspetti e sta, con il suo governo di cui è regina assoluta, modificando l’Italia in senso illiberale, ne è consapevole. Perché da questa missione, di cui l’ha investita persino l’UE, dipenderà molto anche del suo futuro politico. Suo, della sua maggioranza, del suo partito e dell’Italia che governa dal settembre 2022.
Ma non va dimenticata la comunanza ideologica basata sull’idea di democrazia illiberale che accomuna i due (accomunati con altri autocrati in giro per il mondo, alcuni tra i più pericolosi).
(15 aprile 2025)
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