di Marco Biondi
Riprendo il pensiero sulla necessità da parte dell’Europa di rafforzare le proprie difese militari: eravamo rimasti alla Russia di Putin con la sua guerra di aggressione alla Ucraina, a Trump con il suo cambio di impostazione alla politica estera degli Stati Uniti, e alle reazioni di parte della Comunità Europea che si è dovuta interrogare su quali rischi stia correndo nella mutata situazione ai suoi confini e le contromisure che sarebbero necessarie.
In questa situazione, ho fatto alcune riflessioni su come, la politica, stia reagendo, dando priorità a quella italiana.
Sul fatto che Putin abbia dimostrato al mondo che le sue mire espansionistiche siano dettate – come quasi sempre accade – più che altro da ragioni di interesse economico più che di ideali, credo che nessuno possa avere il ben che minimo dubbio. Il fatto che sostenga che in Ucraina esiste un governo nazista e non democraticamente eletto, non può certamente giustificare la sua aggressione, come invece si può fare con le sue ambizioni sulle centrali nucleari, sulle terre rare e sul rischio che una nazione così strategicamente significativa possa ambire ad entrare a far parte della Comunità Europea.
Qualche domanda ce la dovremmo fare sulle prese di posizione di politici nostrani e non: l’ineffabile Salvini continua a dimostrarsi a favore di Putin, così come sta facendo, da anni il suo sodale Orbán. Perché mi verrebbe da chiedermi? Se lui è un politico italiano e, sostiene, di fare gli interessi del nostro Paese, cosa ci guadagneremmo noi a lasciare che Putin prenda, con la forza, il controllo di Paesi democratici indipendenti che manifestano l’intenzione di entrare nella Comunità Europea? La stessa domanda ce la possiamo porre per quanto riguarda le posizioni di Giuseppi Conte, con i suoi 5Stelle, e la coppia Bonelli/Fratoianni, con l’alleanza verdi sinistra. Perché è evidente che mettersi la maschera da pacifisti per consentire una vittoria militare sull’Ucraina, non ha nulla a che fare con gli interessi del nostro Paese. A meno che il loro progetto politico fosse di abbandonare la Comunità Europea.
A parte la follia e la non realizzabilità di tale progetto, dovrebbero intanto almeno dircelo chiaro, e poi dovrebbero spiegarci dove vorrebbero portarci: da Putin? O pensano che il nostro sia un Paese talmente forte economicamente da potersi permettere di starsene isolati e fuori da qualsiasi blocco? Ma se persino il Regno Unito si sta mangiando le mani per aver abbandonato la Comunità Europea e si sta comportando come se non lo avesse fatto! A naso, credo che queste posizioni non siano logiche né intelligenti e che potrebbero nascondere interessi personali, magari di appeal politico ed elettorale, ma senza che abbiano il ben che minimo interesse a favore del Paese.
Parliamo ora di Trump. Ci ha appena definito scrocconi, noi europei. Ha affermato chiaramente che non ha più intenzione di permettere che gli Stati Uniti portino avanti politiche di sostegno e protezione dei nostri Paesi. Se da un punto di vista commerciale ha, per ora, annunciato l’imposizione di dazi sulle nostre esportazioni; ma fino a che tali misure non saranno realmente applicate, possiamo sperare di trovare degli accordi che ne riducano gli effetti negativi, da un punto di vista politico, queste dichiarazioni, non lasciano spazio a interpretazioni: l’invito all’Europa di pensare a sé stessa in autonomia è lampante.
E la nostra politica cosa risponde? La sorella Meloni con il suo partito, tergiversa, non prende posizioni, ma non cessa di lanciare cuoricini oltre l’Oceano. E, soprattutto, si esprime, all’interno della Comunità Europea, recalcitrante verso la necessità di fare qualsiasi cosa pur di creare una forza di difesa Europea che ci protegga da possibili invasioni simil-Ucraina. Qual è, esimia Giorgia, l’interesse del nostro Paese? Non scontentare né Trump né Putin, esponendoci così in tutta la nostra fragilità alle mire espansionistiche dell’impero ex-sovietico? Non ce la racconti giusta, o non ce la dici tutta. Hai paura di perdere voti o c’è altro?
Forza Italia è lì, in mezzo, vota con la maggioranza, smentendone le ragioni. Vuole bene a tutti e non vuole irritare nessuno. Un vaso di coccio pressoché inutile, con a capo il nostro Ministro degli esteri. Non c’è da preoccuparsi?
E il PD, vi domanderete? Oggi parla di dare il cognome della mamma ai nuovi nati. E va beh, direte voi, possiamo parlare anche di altro no? Certo, ma che opposizione sta facendo? Che proposte serie sta mettendo sul tavolo? Che soluzioni alternative offre al Paese per un eventuale cambio di maggioranza? Sostiene di fare alleanza con i 5Stelle e con AVS, che abbiamo visto da che parte stanno, e non passa giorno che qualche suo esponente di spicco non si domandi se è meglio stare su posizioni più estreme, appoggiando i referendum per l’abolizione del Jobs Act, che peraltro aveva convintamente votato, o allargando il proprio campo di azione verso posizioni più moderate? Tante domande, zero risposte.
Fragilina come alternativa. Io la penso così.
E quindi assistiamo al protagonismo e al decisionismo di Francia e Germania, alle incertezze della debole Ursula, alle paure della Polonia, con un’unica certezza: perdere tempo. Ma il tempo è prezioso – non perché lo dico io nel sottotitolo del mio penultimo libro, ma perché è così. E adesso ve lo spiego.
La guerra in Ucraina forse, si spera, tra poco finirà, non si sa ancora come, ma finirà. E la Russia, subito dopo, grazie anche alle conquiste che avrà portato a casa, inizierà a ricostituire la sua forza militare frantumata da quasi tre anni di guerra, e tra qualche tempo sarà pronta per nuove missioni. Se noi europei non useremo questo tempo per proteggerci, saremo nuova carne da macello e facile preda per una nuova guerra. E magari, allora, noi italiani staremo discutendo se un ministro che potrebbe avere truffato l’INPS debba dimettersi o meno, o se ci sia qualche altra riforma fatta dal Governo Renzi, che possa essere smontata, magari con un referendum che possa sperare di portare almeno il 30% elettori alle urne.
Qualcuno vede attinenze agli anni venti del secolo scorso?
(26 marzo 2025)
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