di Vittorio Lussana
La decisione della Procura di Roma di indagare per favoreggiamento un intero pezzo del Governo, compresa la presidente del Consiglio dei ministri – probabilmente per una responsabilità politica puramente formale – in merito alla vicenda riguardante la scarcerazione del generale Almrasi, ci sembra obiettivamente un eccesso di zelo.
Probabilmente, vi è stata un’inerzia da parte del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per un mero fattore di intempestività. E forse anche un abuso da parte del sottosegretario Alfredo Mantovano nell’imbarcare il criminale libico sul Falcon presidenziale per le visite di Stato, al fine di riconsegnarlo alle autorità di Tripoli. Tuttavia, tirar dentro nella vicenda anche la premier, con il rischio futuro di un’investitura popolare a furor di popolo, rischia di rappresentare un vero e proprio autogoal.
Proprio per il fatto che non stiamo apprezzando quasi nulla dell’esecutivo attualmente in carica, temiamo contraccolpi per una responsabilità totalmente inesistente, dal punto di vista sostanziale. Ovvero, per un atto di vuota forma da parte della magistratura italiana nei confronti di una carica, quella di presidente del Consiglio dei ministri, che non può essere considerata responsabile anche della minima infrazione di un componente del suo Governo.
Spero si possano operare, nei prossimi giorni, le opportune distinzioni tra le diverse responsabilità giudiziarie.
(28 gennaio 2025)
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