E’ rammaricata la presidente del Consiglio Meloni. E’ rammaricata perché l’ANM protesta, protesta e naturalmente, dice Meloni con grande accondiscendenza, “le proteste sono sempre legittime” tanto quando cominceranno a rompere le scatole sul serio si può sempre fare una legge per zittire la gente. Tuttavia, continua la premier, “mi rammarica questo atteggiamento dell’Anm per cui ogni riforma sul tema giustizia diventa un’Apocalisse, una fine del mondo che bisogna sempre criticare senza se e senza ma”.
E’ la dichiarazione per i posteri di Meloni, rilasciata prima di salire a bordo dell’Amerigo Vespucci a Gedda. E come ogni dichiarazione ad effetto per finire sui giornali, ed è necessario che i capi di governo sui giornali ci finiscano, pecca di faciloneria e comunicazione semplice. Lo sa anche la premier – che ha aggiunto in un afflato materno il suo “credo non giovi neanche ai magistrati stessi perché quando ci si siede ad un tavolo un punto d’incontro si trova sempre” – che i magistrati in realtà non solo spiegano i “se” e i “ma”, ma vanno anche oltre spiegando i “perché” e i “percome” e soprattutto le ricadute di una riforma che persino a noi profani suona male. In più non c’è solo l’Anm a non essere proprio d’accordo con la riforma pensata da Nordio, c’è anche l’ANF, col suo segretario generale Giampaolo Di Marco a non fare salti di gioia.
Parrebbe dunque fallace in sé affermare che i magistrati non articolino con chiarezza le proprie ragioni, considerando peraltro che in situazioni di tensione quella che non parla è proprio lei: la presidente del Consiglio.
(25 gennaio 2025)
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