di Samuele Vegna
La gestazione per altrə è un reato universale (ma anche no, come scrive Scienza in Rete): significa, come già si sa, che abbiamo meno diritti sui nostri corpi. Significa, come è ovvio, che questo governo dei reati, ne ha istituito uno che oltrepassa in qualche maniera gli stessi confini della nazione e anche dell’omosessualità: nessuna coppia di nessun genere, etero o gay o queer, potrà da adesso in poi recarsi all’estero, nemmeno pagando, per dare vita un figlio o a una figlia, e portarlo qui (pensateci bene, questi sarebbero antiabortisti: viva la coerenza!). La pena sono due anni di reclusione e multe fino a un milione di euro.
Un altro dato è il calo delle nascite e l’impennata dell’inverno demografico e la diminuzione in sé dei cittadini e delle cittadine in Italia (l’anno scorso eravamo settemila in meno).
A che cosa serve se non alla propaganda, e a limitare i diritti umani, questa legge che molto probabilmente verrà “cassata” come le deportazioni in Albania, dalle istituzioni europee? Quale utilità pratica ha questa legge, a parte il fatto che potrebbe essere un trampolino di lancio per un divieto per l’aborto, e una futura, sperata Gilead come nel racconto dell’ancella di Margaret Atwood, e dei provita-coltello-tra-i-denti, che vogliono dominare i nostri corpi e che presidiano i consultori per l’aborto come se fossero i loro personali castelli, quando dovrebbero invece essere luoghi dove le donne trovano sicurezza e serenità (e non accuse), come accade in Germania, che ha vietato la barbara pratica del ti convinco io, o in Francia, dove l’aborto è un diritto universale e costituzionale. Sono Paesi vicini, eppure noi non siamo così lontani, se è vero che il 70% degli Italiani difende la 194.
Questa legge limita un diritto, ma non prevede la coerenza da parte del governo Meloni: tra inverno demografico e finto patriottismo, in Italia saremo sempre meno (la Gpa era utilizzata, nel 90% dei casi, da coppie eterosessuali che non potevano avere figli). La ratio di tutto questo, propaganda liberticida a parte, non si comprende.
Avrebbe senso una legge all’inverso, che concedesse anche più ricerca scientifica in tal senso, e avrebbe senso, in Italia, un governo che concedesse più diritti, a tuttə, perché la serenità di un popolo deriva dall’ampliamento dei diritti, non dalla loro compressione. Penso che abbia ragione Rosario Coco, con la sua dichiarazione che potete leggere qui.
(18 ottobre 2024)
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