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Libano, MSF: “250 visite mediche al giorno. Bombardamenti hanno creato sfollamenti senza precedenti”

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In Libano, Medici Senza Frontiere (MSF) sta potenziando la propria risposta all’emergenza e in tutto il paese sta mobilitando team composti da medici, infermieri, psicologi e promotori della salute tra scuole e centri di accoglienza per fornire supporto medico e psicosociale urgente alle persone sfollate.

Le équipe di MSF hanno già fornito oltre 1.780 visite mediche nel corso dell’ultima settimana e continuano a fornire assistenza agli sfollati e alle famiglie; altre équipe sono in arrivo per raggiungere le aree che necessitano di supporto.

“Le famiglie stanno fuggendo dalle loro case in cerca di sicurezza. Molte di loro cercano rifugio in rifugi non adeguati e sovraffollati” afferma la dott.ssa Luna Hammad, coordinatrice medica di MSF in Libano. “Le persone sfollate sono molto vulnerabili – bambini, donne, anziani e persone con disabilità fisiche – e vivono in condizioni terribili, con accesso limitato all’acqua potabile, ai servizi igienici e ai servizi sanitari di base. I bisogni sono enormi”.

MSF sta inoltre donando materassi, coperte e kit per l’igiene alle famiglie sfollate in località come Saida, Tripoli e diverse località di Beirut e del Monte Libano, distribuendo pasti e acqua potabile, e grandi quantità d’ acqua per nei rifugi a Beirut e del Monte Libano per garantire gli standard igienici di base in strutture che spesso non sono attrezzate per ospitare le persone. MSF ha donato finora 6.523 kit igienici, 16.118 litri di acqua potabile, 643 materassi, 699 coperte, 7.000 litri di carburante agli ospedali e 713.000 litri d’acqua ai rifugi di tutto il paese.

Le attività delle due cliniche di MSF a Baalbek-Hermel, dove MSF gestisce un progetto da oltre 13 anni, sono state temporaneamente sospese a causa dei pesanti bombardamenti, mentre la clinica di Arsal ha continuato a operare con capacità limitata. Nonostante le condizioni difficili, le équipe hanno fornito farmaci essenziali per i pazienti affetti da malattie croniche, con una scorta di due mesi.

Anche a Beirut, Monte Libano e Tripoli le équipe mediche mobili di MSF stanno visitando pazienti con malattie croniche che sono stati costretti a fuggire dalle loro case senza i farmaci e non hanno potuto accedere alle cure per giorni.

“Molti degli sfollati sono bambini alle prese con i traumi della violenza, della paura dei bombardamenti e della perdita delle loro case” aggiunge la dott.ssa Hammad di MSF.

Le équipe di salute mentale di MSF stanno riscontrando un immenso bisogno di supporto psicologico e psicosociale. Gli psicologi stanno fornendo un primo soccorso psicologico alle persone sfollate, mentre le linee telefoniche di MSF per il servizio di supporto alla salute mentale ricevono più di 100 chiamate al giorno da persone che vivono in condizioni di paura e sfollamento.

Con molte persone che ancora vivono in strada, in aree aperte e persino sulla spiaggia di Beirut, i bisogni umanitari continuano a crescere. Con l’avvicinarsi dell’inverno, le dure condizioni mettono ancora più a rischio queste persone. Le équipe di MSF in Libano restano impegnate a fornire supporto medico e psicosociale urgente alle persone colpite.

MSF chiede di proteggere i civili, gli operatori sanitari, le strutture mediche e le ambulanze. Secondo l’OMS e il Ministero della Salute, oltre 50 operatori sanitari sono stati uccisi negli scontri dallo scorso ottobre. Molti operatori di MSF in Libano sono essi stessi sfollati e alcuni hanno perso i propri cari o hanno familiari feriti.

“Come MSF stiamo rispondendo a questa situazione in diversi modi. Stiamo assistendo le persone che si trovano nei rifugi con risorse molto limitate tra cui l’acqua, il cibo, i posti letto, i materassi, e hanno bisogno di assistenza sanitaria di base e di farmaci per malattie croniche. Abbiamo cliniche mobili che si spostano in diverse località di Beirut, Monte Libano, del sud, di Akkar e di Tripoli, e forniscono questi servizi di assistenza sanitaria primaria ai pazienti che ne hanno maggiormente bisogno. Abbiamo distribuito kit per l’igiene in diverse località e stiamo lavorando per assicurarci che nei diversi rifugi ci sia acqua a sufficienza per permettere alle persone di lavarsi, lavare i vestiti e le altre cose di cui hanno bisogno. La maggior parte delle necessità mediche che stiamo riscontrando sono legate alle malattie croniche, le persone hanno bisogno di farmaci per evitare di ammalarsi più di quanto non siano e di avere bisogno di più assistenza sanitaria. Oltre a questo, si stanno diffondendo alcune alcune infezioni virali, infezioni della pelle e casi di pidocchi e scabbia nei diversi rifugi, che purtroppo si diffondono a causa del sovraffollamento”.

 

(4 ottobre 2024)

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