di Alfredo Falletti
Nell’ennesimo goffo tentativo di far vedere agli elettori che qualcosa comunque faccia, questo Governo, nella (mala) gestione dei migranti coinvolge l’Albania che, fatti due conti, da tutta la faccenda intravede il suo tornaconto sia economico, con tutta la messe di denaro che il nostro Paese ricco ed evidentemente senza problemi riverserà nelle loro casse, sia perché a spese dell’Italia verranno ristrutturate di tutto punto vecchie strutture dei tempi di Sali Berisha ormai del tutto abbandonate da anni e verranno costruite nuove strutture e tutte, comunque vada, resteranno di proprietà albanese. Poi ci pensa la Corte Costituzionale di Tirana.
Se mai fosse accettabile, e non lo è, far passare questo accordo in secondo o terzo piano confidando nell’atavica memoria da pesci rossi degli Italiani, quel che resta è comunque la dimostrazione dello spirito e dell’arroganza con la quale viene gestita la cosa pubblica nonché la superficialità generata da inconsapevolezza o, peggio, da “possibile” malafede, come insinuano pericolosamente quelli in malafede.
Insomma, con questa manovra dallo stantìo sapore elettorale si butterebbero centinaia di milioni – la cifra oscilla tra i 300 ed i 500 – che potrebbero essere utilizzati per mettere in sicurezza scuole, ristrutturare ospedali fatiscenti, creare edilizia popolare, posti di lavoro per quegli “occupabili” molti dei quali ingrossano già le fila del flusso di migranti nostrani rimasti sul marciapiede a causa della miopia e confusione mentale dei “pronti a governare” compatti e sicuri senza tentennamenti solo quando ci sia da difendere ministri sedicenti imprenditori in simil-bancarotta o affetti da “scordovirus” nelle comunicazioni alle Istituzioni di appartenenza dei loro patrimoni o di quelli che giocano a sproposito con i treni al ritmo di chiunque può farlo”. Treni veri, mica giocattoli.
Il fatto specifico della querelle Albania è l’ennesimo esempio di come questo governo stia fregandosene della Costituzione più di ogni altro in passato e, paradossalmente, riceveuna lezione memorabile dalla destra di un paese, l’Albania, che non dimentica cosa sia la dittatura e pretende rispetto per la Costituzione. La propria.
Perfino il centrodestra albanese, all’opposizione rispetto al governo di matrice socialista, si è opposto ad un accordo più economico che umanitario, che sarebbe in contrasto con la Costituzione albanese per mere questioni di sovranità territoriale, guarda questi lillipuziani cosa si inventano, e con le convenzioni internazionali alle quali questa aderisce e che reputa prioritarie brandendo contestazioni di natura politica, giuridica ed economica. E Roma rischia di dire ciao ciao alla costruzione dei campi albanesi prima delle Europee 2024.
Non si pretende che si specifichino, come minimo, le modalità di rimpatrio dei migranti presenti nei possibili centri in Albania, le Autorità incaricate di eseguire gli “accompagnamenti forzati” (dato che non sarebbe l’Albania la meta dei migranti) e le modalità di trasferimenti dalle navi ai centri sul territorio albanese. Ma andrebbe fatto. E si rimane sconcertati di fronte a un simile colabrodo frutto di superficialità, possibile e discutibile legittimità, regolarità, procedure quasi improponibili, in un vero e proprio mercato dei migranti che affrontano anni in traversate del deserto, violenze, stupri, schiavitù, disagi innominabili, sacrifici economici di intere famiglie o villaggi al servizio dell’invisibilità migrante del occhio non vede cuore (ad avercelo) non duole. Non ci soffermiamo più di tanto sugli sbandierati tremila disgraziati che verrebbero ospitati in tre strutture che pare, da pettegolezzi dei soliti comunisti maldicenti, non possano contenerne più di 750. Una volta aperti e Corte Costituzionale albanese permettendo.
Patetico.
(16 dicembre 2023)
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