Ci hanno colpito un paio di commenti ad alcuni tra i nostri pezzi: il primo ci invitava a non commentare le scelte di Lilli Gruber perché in quanto “telespettatori abbiamo il telecomando” [sic] e il secondo, in soldoni, ci diceva che non abbiamo un punto di vista e che rincorriamo un’idea e pure l’altra quando ci fa comodo, riferendosi evidentemente al fatto che quando Meloni dice una cosa che ci pare convincente diciamo che ci è parsa convincente invece di attaccare a testa bassa ad ogni respiro così come facciamo con le altre forze politiche.
Il nostro pensiero su questo governo è il seguente: si attacca e si distruggerà da solo; che è un pensiero, condivisibile o no, ma è un pensiero. Quindi urgono alcune parole non in nostra difesa, ma per nostra chiarezza.
Mentre gli italiani erano così impegnati a pensare che un like su un social network che rende ricco qualcun fosse sia cambiare il mondo quello che abbiamo deciso di fare è stato creare un circuito di informazione indipendente di opposizione. Indipendente significa molte cose: significa non avere padroni; significa faticare a reperire la pubblicità se non quella pay per click, attraverso agenzie spesso straniere, sperando in effetto traino; significa fare i conti con i social che ti bloccano tacciandoti di essere un’organizzazione terroristica (siamo qualcosa di simile per Facebook dal 13 ottobre scorso, nonostante i ricorsi silenzio assoluto e divieti – numerosi – ancora all’opera); significa avere una linea editoriale e decidere ogni giorno di fare opposizione a una politica inconcludente che non serve al paese, né ai cittadini, ma solo a chi la pratica; significa lasciare massima libertà ai collaboratori e agli editorialisti che non hanno mai avuta una sola parola censurata perché ciò che chiediamo è coerenza tra quello che scrivono e quello che praticano e, credeteci, nessuno viene meno a questa che non è una regola, ma un modo di vivere, significa non inseguire i like né le visualizzazioni perseguendo un obbiettivo che va molto più in là di ciò che accadrà alla mezzanotte con il conto finale dei mi piace e relativa archiviazione; significa dare ad autori che si stimano la possibilità di pubblicare, senza chiedere loro un centesimo e senza passare dalle pubblicazioni a pagamento che hanno devastato la cultura di questo paese, mentre coloro che pensano di fare cultura cliccando un mi piace sono dietro l’angolo a criticarci; significa sopportare i sorrisetti dei manager delle concessionarie di pubblicità con i quali cerchi una collaborazione che ti dicono grazie per il materiale, la richiamiamo noi per poi sparire nel nulla, dato che – en fin – il nulla sono.
Essere un circuito di informazione indipendente di opposizione significa, infine, che i nostri conti ce li paghiamo da soli: non chiediamo abbonamenti, sovvenzioni, aiuti a lettrici e lettori né inviamo email di vendita della qualunque per riceverne una percentuale.
Avremo bisogno di essere sostenuti, in futuro, ma stiamo studiando il modo di farlo in una maniera coerente con i nostri obbiettivi, ma soprattutto dignitosamente: per noi e per chi ci sosterrà. Tutto questo per ribadire che la nostra linea editoriale la scegliamo noi, la nostra maniera di fare opposizione pure, e quando c’è da criticare a destra lo faremo nei modi che riterremo più opportuni così come quando ci sarà da criticare a sinistra al centro, o da qualsiasi altra parte si decida di collocarsi per raccontarla meglio. L’unico metro che conosciamo è quello del rispetto dei diritti umani, di tutti gli esseri umani, al di là di ogni appartenenza, credo, o segmento sociale da social, ed è dal quel punto di vista che valutiamo cosa e come scrivere ciò che, molto gentilmente, leggete.
I commenti li leggiamo tutti, ma non abbiamo mai risposto e continueremo a non rispondere perché il punto di vista è già espresso non scriviamo per avere ragione. Tutto il resto fa parte del gioco: nel corso della nostra breve storia siamo stati accusati di essere renziani, grillini, al soldo del PD, finanziati dalla Lega (e quest’ometto è stato denunciato), filo-mafia (e anche questo ometto è stato denunciato) e ora anche pro-Meloni. Perché non c’è niente di peggio in questo paese che essere indipendenti e rivendicarlo. Basta provarci per vedere l’effetto che fa.
(4 novembre 2023)
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