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Il sesso senza consenso è stupro. Anche se e quando un padre dicesse il contrario

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di Silvia Morganti

Il 29 giugno scorso una ragazza milanese di 22 anni ha denunciato Leonardo Apache La Russa, terzogenito del Presidente del Senato, il quale l’avrebbe stuprata nella notte tra giovedì 18 e venerdì 19 maggio scorsi.

“Dopo averlo a lungo interrogato, ho la certezza che mio figlio Leonardo non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante. Sicura è la forte reprimenda per aver portato in casa nostra una ragazza con cui non aveva un rapporto consolidato. Non mi sento di muovergli alcun altro rimprovero […] di sicuro lascia molti interrogativi una denuncia presentata dopo quaranta giorni dall’avvocato estensore [… ]Lascia oggettivamente molti dubbi il racconto di una ragazza che, per sua stessa ammissione, aveva consumato cocaina prima di incontrare mio figliodichiara il padre, Ignazio La Russa, Presidente del Senato della Repubblica Italiana nonché uno dei fondatori di Fratelli d’Italia.

E proprio Fratelli d’Italia e Lega, lo scorso maggio, hanno deciso di astenersi dal voto per la ratifica della Convenzione di Istanbul (ovvero Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica) sulla violenza di genere da parte dell’Unione Europea. Convenzione che tra l’altro, all’articolo 18, stabilisce che gli Stati firmatari accertino che le misure adottate in materia di protezione e sostegno alle vittime “mirino ad evitare la vittimizzazione secondaria”.

E ritorniamo così alla dichiarazione del Senatore La Russa, il quale trascinato dai sentimenti di amore e fiducia nei confronti del figlio, si auto proclama giudice designato, annunciando al mondo l’indiscutibile sentenza: l’adorato pargolo è innocente.

“Al di là delle responsabilità del figlio, che sta alla magistratura chiarire, è disgustoso sentire dalla seconda carica dello Stato parole che ancora una volta vogliono minare la credibilità delle donne che denunciano una violenza sessuale a seconda di quanto tempo ci mettono, o sull’eventuale assunzione di alcol o droghe, come se questo facesse presumere automaticamente il loro consenso. Il presidente del Senato non può fare vittimizzazione secondaria. È per questo tipo di parole che tante donne non denunciano per paura di non essere credute” afferma la segretaria PdElly Schlein.

Per vittimizzazione secondaria si intende quel fenomeno per cui la vittima di un trauma, un sopruso o un reato rivive le condizioni di sofferenza a cui è stata sottoposta, con la conseguenza che viene scoraggiata dal parlare apertamente della sua situazione di sofferenza o persino dal denunciare l’accaduto.

È una condizione di ulteriore afflizione e oltraggio psicologico e sociale vissuto dalla vittima in relazione ad un atteggiamento di insufficiente attenzione da parte degli attori statali. Espone le donne vittime di violenza ad una seconda aggressione da parte delle Istituzioni e della società, sulla base di pregiudizi culturali e stereotipi.

La persona che subisce la vittimizzazione secondaria viene di fatto incolpata di ciò che ha subito, viene indotta a provare un senso di colpa che la porta, quasi, a sentirsi responsabile dell’accaduto e spesso rinuncia a far valere i propri diritti. Dissuadendo anche la vittima dallo sporgere denuncia.

L’accusa di aver denunciato in ritardo una violenza viene usata spesso per delegittimare le vittime di molestie e violenze sessuali. Ma non esiste un tempo giusto per denunciare: la vittima di uno stupro o altra violenza sessuale ha 12 mesi dalla data del reato per sporgerla. Si tratta dunque solo di una insinuazione, per spostare l’attenzione e il discorso pubblico sulle presunte responsabilità della donna.

Lo diciamo al Presidente del Senato e a tutti gli uomini o presunti tali. Una donna è libera di trascorrere la serata come preferisce. Una donna è libera anche di perdere il controllo. Un uomo non è libero di approfittarsi di una donna. Un uomo non è libero di pensare di poterne fare l’uso che vuole. Il consenso può essere negato, può essere dato e può essere revocato. Il consenso non è interpretabile, non è sfumato, non è un non detto. Il consenso non può essere violato. Il sesso senza consenso è stupro.

Anche quando sei parte di un branco. Anche quando tuo padre ti dice il contrario.

 

(9 luglio 2023)

©gaiaitalia.com 2023 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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