di Giovanna Di Rosa
Di ritorno da un pomeriggio in ascolto di onorevoli politici che o gli dici quello che vogliono sentire o si mettono a gridare, e di un esponente di Forza Italia che riesce a dire che (a sistemare le cose, ndr) “ci penserà Berlusconi per i prossimi cinque anni” che dire tra dieci anni proprio non ci stava nonostante l’immortalità presunta, di fronte all’aplomb del professor De Masi e alla sua intelligenza, ciò che si vede con chiarezza è che questo paese vive perennemente in emergenza preda di una classe politica sempre più cialtrona che sull’emergenza costruisce le sue fortune, ma poi non risolve niente.
E che vi aspettate? Dal 1994 gli italiani hanno scoperto il piacere di votare chi promette la panazana più incredibile, salvo poi accorgersi che votavano per l’irrealizzabile, palesemente irrealizzabile, e invece di cambiare orientamento politico hanno smesso di andare al voto. Anche quello è un cambiamento, direte? Indubitabilmente è così, ma i creduloni che continuano a mettere la crocetta là dove sempre la vergarono danno gioco facile a chi la poltrona la vuole per ambizione, fama e denaro e non per il bene dell’Italia.
Continuiamo così bellamente a vivere in un paese dove l’emergenza è l’inno nazionale, dove l’antifascismo è solo un esercizio retorico e coloro che giurano sulla Costituzione antifascista hanno il busto di Mussolini in casa e se ne vantano.
(17 aprile 2023)
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