di Daniele Santi
Siccome tutti gli indicatori economici danno per certo un autunno da brivido la politica italiana, M5S in testa, sembra avere deciso di giocarsi il carico da undici proprio subito dopo l’estate, a settembre, quando tutti belli riposati ed abbronzati torneranno a sedersi in parlamento per far saltare il governo Draghi come se non ci fosse il Draghi-bis già bello pronto.
Mattarella, raccontano i quotidiani istituzionali che tanto piacciono a chi pensa con la testa degli altri, non vuole un salto nel buio – figurarsi se lo vogliono gli italiani e come se l’attuale classe politica non fosse un salto nel buio quotidiano – abbiamo la politica al lavoro.
Il M5S del furore antisistema ha infatti imposto, quando aveva i numeri, la riforma del parlamento con il dimezzamento delle poltrone (e ora si affanna e si scanna per non perdere le poltrone) ed ora abbiamo Lega e PD al lavoro per una nuova legge elettorale che però per Tajani di Forza Italia non è una priorità. A Radio Anch’io l’eccellente yes man berlusconiano ha infatti snocciolato una lunga serie di bisogni degli italiani – come se lui li conoscesse perfettamente vivendo su una poltrona privilegiata da almeno due decenni – ma della rappresentatività e del ridisegno dei collegi elettorali nemmeno si è sognato di parlare. Tra le principali preoccupazioni degli Italiani ci sarebbe, nel verbo tajanico, la Guerra scatenata da Putin sulla quale Berlusconi e Tajani dicono ben poco a meno che non abbia un senso elettorale.
E volete sapere chi sta lavorando per la Lega alla nuova legge elettorale – che potrebbe essere un proporzionale con premio maggioritario per evitare le coalizioni? Calderoli, il responsabile del Porcellum, quella che fece una legge elettorale che definì lui stesso “Una porcata”, ecco chi sta lavorando al futuro dell’Italia. Tra gli altri.
Se poi all’interno della questione inseriamo non solo gli avvertimenti di Franceschini ai pentastellati, ma anche il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini che in un’intervista a Repubblica si riferisce al M5S dicendo “In questi anni sono passati dal populismo all’europeismo, fare il percorso inverso per calcolo elettorale sarebbe irresponsabile” capiamo dove Giuseppe Conte nella sua incapacità politica sta andando a parare. O meglio a sbattere.
L’autunno caldo è alle porte e la politica pensa a se stessa e a farlo è proprio quella forza nata per essere contro e che in pochissimo tempo è diventata peggio di chi ci stava già. Se si aggiungono le manifeste incapacità la situazione non è certo rosea. E all’orizzonte c’è un nuovo porcellum. Una politica italiana sempre più distinta. Che almeno, stando ai trend, potrebbe vedere la dissoluzione del M5S per manifesta incapacità e per elezione dei cittadini.
(8 luglio 2022)
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