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Il ritorno del buon costume, carcere per gli atti osceni (a quando le mutande per cani e gatti?)

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di Daniele Santi

Modificare il codice penale affinché si operi una stretta sugli atti osceni in luogo pubblico. E’ la proposta da Fratelli d’Italia, a firma dell’ora viceministro Cirielli, della quale naturalmente Fratelli d’Italia e la maggioranza non sanno nulla se non che non è all’ordine del giorno. Straordinaria destra che gioca ai depistaggi di massa.

Nel paese che è stato su tutti i giornali per puttanai organizzati sui quali sono stati versati fiumi d’inchiostro, nel quale non crescono gli stipendi, anzi calano, dal 2010, nel paese in cui un capo di partito (Grillo) viene condannato per diffamazione e un altro capo di partito (Berlusconi) al pagamento di 50mila di danni al pm Robledo, pure per diffamazione; nel paese in cui si sanzionano e si bloccano navi delle Ong che salvano la gente che crepa in mare; in quel paese lì – il nostro – che vara leggi fondamentali come il decreto anti-rave per il benessere dei cittadini che vedono invasi dai rave anche i loro garage; in un paese che se ne frega di prezzi e caro-vita se non con misure che durano pochi mesi, la cui politica cerca di far entrare dalla finestra il decreto Salvini anti-migranti che era stato buttato fuori dalla porta, e senza successo, a cosa si pensa? Alla stretta sugli atti osceni in luogo pubblico perché dovete sapere, e se non lo sapete ve lo spiega l’illustrissimo ora viceministro Cirielli, che “ci sono purtroppo molti stranieri che si lavano nudi nelle fontane, ci sono persone malate che vanno davanti alle scuole e si masturbano. Per noi quello è un reato”. Ed è tanta la giusta attenzione agli atti osceni in luogo pubblico che ci si dimentica di ricordare che la vera oscenità è che un paese civile non riesca a fermare la mafia, non parli mai di chi davanti alle scuole vende cocaina da sniffo (fornita dalla varie mafiette) e non abbia la capacità di mettersi di traverso rispetto alla corruzione dilagante che da decenni arriva troppo spesso fin dentro i palazzi del potere.

La proposta di legge prevede naturalmente la reclusione “da due a sei anni” e vuole “contrastare in maniera più adeguata il degrado morale” che secondo l’ora viceministro affliggerebbe “la nostra collettività” per “tutelare la moralità pubblica e il buon costume”. Pare di essere di colpo passati sotto un regime teocratico che usa un linguaggio che nemmeno la fin troppo ricordata Paola Binetti (santa subito!) si sarebbe guardata dall’utilizzare.

Una legge fondamentale insomma, e che qualcuno non legga fondamentalista ché non c’è scritto, che colpisce chi va a puttane per strada, mentre chi se le paga in casa magari minorenni non rappresenta un attentato alla pubblica moralità e non deve essere incluso nel famoso “degrado morale”. Insomma un altro capolavoro di questa destra sempre più favolosa che ci tiene però a chiarire (e come dare loro torto) che la proposta di legge non è nell’agenda del governo essendo stata presentata prima della formazione dell’esecutivo Meloni la quale sembra essere l’unica a capire quando si deve tornare indietro – e francamente le marce indietro non se le fa mancare.

 

 

(27 gennaio 2023)

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