di Daniele Santi
Non sanno cosa inventarsi. Riunioni, dichiarazioni, paroloni: siamo all’Armata Brancameloni. Avete sotto gli occhi, signore e signori, la granitica, incrollabile incapacità della destra unita. Dopo i proclami spagnoli, dopo i voti a Giorgia Meloni (hanno votato lei non il seguito della triste commedia deli scappati di casa) i partner della bionda dalla Garbatella giocherellano e lei, che sembra davvero credere alla necessità di una destra riformatrice (destra sociale) non sa dove andare.
I vertici di Arcore, sempre ad Arcore stanno, sono l’esatta descrizione della distanza di queste destre da avanspettacolo dal paese reale, altro che il “momento della responsabilità”. L’Armata Brancameloni è in sfacelo ancora prima di fare il governo.
Non basta Meloni che grida di serietà, non bastano i suoi strali antiabortisti a beneficio di Vox! in Spagna, non basta lei che pensava di bastare. I suoi alleati, in pieno balletto colonialista, di prendere ordini da una donna non ne vogliono sapere, vogliono poltrone, del paese non gli importa nulla e l’unica cosa che stupisce è che lei non se ne sia mai accorta. Dato che sta lì dal 2006 (era vicepresidente della Camera, questo prima del disastroso ministero della Gioventù targato 2008-2011 quando l’allegra brigata era sempre quella di oggi).
Così, archiviata la trasferta nella dimora del re a colloquio con Berlusconi e Salvini lei cosa fa? Vola virtualmente in Spagna per l’ennesimo bagno di folla virtuale tra gli intolleranti neofranchisti di Vox! al grido di: “Abbiamo bisogno di un’Unione europea più coraggiosa”.
Risposta sbagliata. “Abbiamo bisogno che l’Italia abbia un governo in fretta e deve farlo lei che ha vinto le elezioni con quel suo programma che chi l’ha votata nemmeno si è letto”, è la risposta giusta, ma lei non può darla.
E continua il videomessaggio alla Spagna virtuale di Vox!: “Quando accusavamo l’Unione europea di occuparsi di tematiche secondarie eravamo realisti e non populisti”, perché il populismo lo ha riservato all’Italia raccontando e promettendo cose che valgono altri 180 miliardi di deficit salvo poi recitare un impegno di coerenza mentre i suoi alleati pensano al poltronificio e si scannano per la presidenza del Senato.
Che brutto il film dell’Armata Brancameloni! Non sanno cosa dire, non sanno dove andare, non sanno cosa fare, dicono di tutti e il suo contrario.
Abbiamo sotto gli occhi, signore e signori, la granitica, incrollabile incapacità della destra unita, quella che definiva gli altri scappati di casa e che vaneggiavano di soluzioni definitive e miracolistiche tanto l’Italia devastata dalle false promesse berlusconiane dal 1994 in poi ce l’avevano tra le palle gli altri. Ora dimostrano, una volta di più, che non solo non sanno governare, ma nemmeno costruire i governi. Tutto sta nel vedere se gli italiani impareranno a leggerli.
(9 ottobre 2022)
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