di Giancarlo Grassi
Il nuovo feroce attacco di Mosca all’Italia punta a terrorizzare la popolazione sull’inverno “gelido”, mai quanto il loro, ed entra a gamba tesa nella campagna elettorale, come sottolinea il ministro degli Esteri Di Maio quando dice “è chiaro che ormai la Russia abbia deciso di entrare direttamente nella campagna elettorale e che stia giocando un ruolo che è chiaramente un’ingerenza” ed invita le forze politiche, tutte le forze politiche, a “italiane a rimandare al mittente queste ingerenze”.
L’attacco è diretto al piano Cingolani di risparmio energetico (qui il pdf), che significa che funzionerà bene.
Se secondo la neo-unione sovietica rifondata da Putin la colpa dell’Italia al freddo (vedremo se sarà così) è colpa di Unione Europea e Stati Uniti, c’è fortunatamente la ragionevole posizione di Matteo Salvini il quale, in sospetta contemporaneità con gli strali neo-sovietici del Cremino, invita a togliere le sanzioni: “Per non fare male agli Italiani” dice lui, “per riavere il gas aperto” dice Putin. C’è una certa somiglianza, diciamocelo.
E, guardando a destra di meloni e direttamente agli interessati a Italexit ecco Salvini rincarare la dose: dicendo di non essere “d’accordo con la prudenza di Draghi e Meloni” e proponendosi come nuovo “presidente del consiglio il 26 settembre, se gli italiani vorranno e il Mattarella dovesse dare l’incarico al sottoscritto” di essere colui che creerà altri 130 miliardi di deficit, mettendo “30 miliardi contanti a debito adesso e 100 miliardi per pagare disoccupati e cassintegrati”. Da dove arrivino tutti quei miliardi che Salvini spende come se fossero i suoi, in aggiunta ai 100 miliardi già spesi da Meloni, è qualcosa che non si capisce. Ma Salvini non è uno che vada capito: lo si ascolta. Poi si passa oltre.
Così l’uomo che “non ho rapporti con Putin, ce li hanno i presidenti del Consiglio e Biden” entra in conflitto diretto con la sua prossima futura maggioranza, con l’Italia, con Mattarella e con l’Unione Europa (tanto per chiarire da che parte sta), fingendosi ragionevole e democratico.
(6 settembre 2022)
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