di Daniele Santi
In una intervista rilasciata a Repubblica lo scorso 5 maggio Enrico Letta è ritornato sulla riforma dell’UE dicendo a chiare lettere che la via per liberarsi dagli Orbàn di turno è l’abolizione del diritto di veto.
Lo sguardo è puntato alla data del 9 maggio quando, secondo il segretario PD, può partire la “Convenzione per la riforma dei trattati, proprio con l’obiettivo di eliminare il meccanismo dell’unanimità e del diritto di veto su molte materie”. “Sono molto fiducioso” dice Letta “da qui può nascere la svolta per una vera Europa federale”.
Il 5 maggio scorso il leader filo-russo Orbàn ha nuovamente bloccato le sanzioni europee, questa volta con riferimento al petrolio, essendo le sanzioni uno strumento ce metterebbe in ginocchio il suo paese legato mani e piedi allo forniture di combustili fossili russe; commentando le divisione dentro l’UE sulle sanzioni, Enrico Letta ha quindi osservato che “L’Europa si blocca quando regole come quelle attuali consentono a un singolo Paese di esercitare il diritto di veto e cita proprio “l’Ungheria di Orbàn, per fare un esempio non casuale, ha facoltà di farlo ogni volta che ritiene. Come se in Italia, dopo una decisione del governo nazionale, arrivassero le Marche e dicessero: fermi tutti!. Non si può andare avanti così”.
Letta ha poi rilanciato l’idea di una “Confederazione europea che comprenda gli attuali 27 Stati membri della Ue e i 9 Paesi interessati all’ingresso, tra cui l’Ucraina, per stabilire indirizzi comuni di politica estera e principi guida dello Stato di diritto”; nella visione di Letta la confederazione rappresenterebbe una sorta di “anticamera dell’adesione vera e propria alla Ue” e “va fatta subito, perché non si può chiedere agli ucraini di aspettare dieci anni prima di entrare a far parte della famiglia europea”. Parla poi di nuovo della possibile riforma UE con l’immagine di un’Unione Europea che “si integra definitivamente in logica federale con eliminazione del diritto di veto e creazione del Pilastro Sociale e dell’Unione della Difesa e della Politica Estera”.
(6 maggio 2022)
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